L’ex Sindaco di Catania Bianco si dimette dal Consiglio Comunale:”non ci sto a scaldare la sedia”

catania.jpgCatania – L’ex Sindaco di Catania Enzo Bianco dà seguito alla sua provocazione e lascia il Consiglio comunale: "Catania è in grandi difficoltà, sprofondata agli ultimi posti in tutte le classifiche di vivibilità. Una paio di mesi fa avevo già annunciato che se la giunta non avesse portato in Consiglio comunale atti rilevanti per la città mi sarei dimesso."

Catania – L’ex Sindaco di Catania Enzo Bianco dà seguito alla sua provocazione e lascia il Consiglio comunale: "Catania è in grandi difficoltà, sprofondata agli ultimi posti in tutte le classifiche di vivibilità. Una paio di mesi fa avevo già annunciato che se la giunta non avesse portato in Consiglio comunale atti rilevanti per la città mi sarei dimesso. Sono di parola, non ci sto a scaldare la sedia."

"Il nostro giudizio sull’operato dell’amministrazione è negativo, in questi diciotto mesi il Consiglio non è stato messo in condizione di affrontare nessun tema importante e così oggi ho presentato le mie dimissioni con una lettera al presidente del Consiglio comunale. Il mio impegno per la città e per i catanesi proseguirà più di prima fuori dall’aula consiliare. Da gennaio comincerò una sorta di viaggio attraverso i quartieri di Catania: incontrerò gli abitanti, le forze sociali, il volontariato, per raccogliere le loro richieste, ricevere proposte e indicazioni di cui il Pd si farà portavoce, in Consiglio comunale e fuori. E cominceremo proprio da Librino, l’11 gennaio.  In queste settimane continuano ad arrivare classifiche sulle città italiane, dal rapporto de Il Sole 24 Ore allo studio di Italia Oggi, fino al rapporto del Censis: il quadro che viene fuori per Catania è sconfortante. Nella classifica del Sole Catania precipita dal 96° al 104° posto, il terzultimo, registrando performance negative in quasi tutti gli indici, dalla sicurezza al rispetto per l’ambiente. E poi c’è la graduatoria del Censis che paragona le città ad animali esotici per definirne la dinamicità e le prospettive di sviluppo. Ebbene se dieci anni fa, quando ero sindaco, Catania veniva definita una pantera, quindi dinamica e aggressiva per vari fattori, oggi è una giraffa, una città dalle grandi potenzialità ma con scarsissima dinamicità. E la mancanza di potere decisionale e di dinamismo ha contraddistinto l’amministrazione comunale durante tutto il 2009. Catania rischia il declino assoluto. Una città in cui il tempo trascorre senza alcuna iniziativa propositiva, e in cui  all’allegra e operosa capacità distruttiva della giunta Scapagnini si è sostituita la prudente e pensosa inattività della giunta Stancanelli."

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"Per onestà politica, dobbiamo riconoscere al sindaco, un’amministrazione accorta sul piano economico, che sia pure con alcune smagliature, è riuscita a evitare il dissesto. E di questo bisogna dargli atto. Abbiamo sempre detto che il dissesto avrebbe rischiato di danneggiare i catanesi e messo a rischio il lavoro di tante persone. Per evitarlo, però, si sarebbe dovuta trovare una strada alternativa a quella dei fondi Fas e soprattutto, ora non si può essere tutti allegri perchè arrivano solo i primi 50 milioni dei 140 previsti e dopo un anno dal decreto legge. Fatta questa precisazione Catania ci sembra una città rassegnata. Il sindaco non c’è. L’incompatibilità tra il suo incarico di primo cittadino e quello di senatore della Repubblica è sotto gli occhi di tutti. Catania oggi ha bisogno di un sindaco presente 365 giorni all’anno. Quando fui eletto sindaco  nel 1993 ero deputato, ma immediatamente rassegnai le mie dimissioni dal Parlamento per dedicarmi a tempo pieno alla città. E così me fecero anche Francesco Rutelli, Massimo Cacciari e Leoluca Orlando. Stancanelli faccia il sindaco a tempo pieno. Anticipo che è già pronto al Senato un disegno di legge che sancisce, in modo esplicito, l’incompatibilità tra le due cariche."

"Il Consiglio comunale versa in una situazione di imbarazzante immobilismo. I Consigli comunali sono in difficoltà ovunque, ma a Catania, nonostante la buona volontà del presidente Marco Consoli non siamo riusciti a esaminare, discutere e votare in aula un atto importante. Il Consiglio non ha praticamente ricevuto alcuna delibera di rilevo. Non è mai arrivato alcun atto importante per Catania, nonostante le promesse del sindaco. A partire dal Piano regolatore, dell’assenza di un piano urbano del traffico e di un progetto di rilancio per l’Amt. Oggi spunta fuori la questione del Corso dei Martiri della Libertà, ma voglio ricordare la comparsata che è stata fatta a giugno con l’architetto Fuksas e il sindaco che sbandierava l’imminente avvio dei lavori e invece tutto fermo per altri 6 mesi e oggi rischiamo di non seguire procedure legittime e di vedere esautorato il Consiglio su scelte da cui dipende il futuro della città. Per non parlare della questione sicurezza e dell’imbarazzante gestione del corpo dei vigili urbani, al cui comando, in 18 mesi, si sono avvicendate tre persone. Un altro esempio di gestione aberrante è la condizione dei parchi cittadini e della Villa Bellini, dove i lavori sono cominciati in pompa magna e adesso tristemente al palo"

"A ottobre avevo lanciato una provocazione manifestando il mio intendimento di dimettermi dalla carica di consigliere comunale qualora non fosse arrivato nulla di serio in consiglio. Bene, oggi ho inviato le mie dimissioni irrevocabili al Presidente del Consiglio Comunale. Il mio è un pugno sul tavolo, un atto di protesta forte. Sarò sempre a disposizione del gruppo in Consiglio comunale. A cui ora si va ad aggiungere un veterano, Giuseppe Castorina, che subentrerà al mio posto"

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