L’Etna entra nella World Heritage List dell’Unesco

NICOLOSI – Ora è ufficiale: l’Etna è un sito naturale del Patrimonio dell’Umanità. Nel giorno del solstizio d’estate, il più alto vulcano attivo d’Europa entra finalmente nella World Heritage List. A Phnom Penh, capitale della Cambogia, nell’ambito della 37esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco con la partecipazione di oltre 180 Paesi, la fase dei lavori relativa alle “Nominations”, le iscrizioni dei nuovi siti nella lista del Patrimonio Mondiale ha dato stamattina l’ultimo, decisivo verdetto favorevole per l’iscrizione del vulcano siciliano, che diventa il quarto sito naturale italiano (dopo le Dolomiti, le Isole Eolie e il Monte San Giorgio) a fregiarsi dello straordinario riconoscimento.

Nella sede del Parco dell’Etna, l’Ente che ha proposto e portato avanti la candidatura partita all’inizio del 2011, la presidente Marisa Mazzaglia, felicissima, ha voluto subito brindare con tutto il personale: “Ce l’abbiamo fatta. La nostra gioia è enorme, è un risultato storico non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia. L’iscrizione dell’Etna nel Patrimonio Unesco è un marchio di valore planetario per il nostro territorio e una fantastica opportunità per le comunità locali. Una volta tanto un successo ottenuto nella periferia può fare gioire l’intero Paese. E’ un premio al grandissimo, serio e silenzioso lavoro svolto dallo staff del Parco e dai preziosi collaboratori esterni, che non mi stancherò mai di ringraziare per quello che hanno fatto”.

Il Parco dell’Etna non è presente con propri esponenti in Cambogia, alla riunione del Comitato, per una precisa scelta di sobrietà, legata alle difficoltà economiche generali per la crisi e alla limitatezza delle risorse dell’Ente. Dice ancora la presidente Marisa Mazzaglia: “Vogliamo ringraziare anche l’ambasciatore italiano presso l’Unesco Maurizio Enrico Serra e i collaboratori del Ministero dell’Ambiente, che ci rappresentano autorevolmente in questo momento. Condividiamo con loro la nostra gioia. La scelta responsabile di non andare in Cambogia non significa che, con la mente e con il cuore, non siamo là a raccogliere questo straordinario riconoscimento”.

Il vice primo ministro cambogiano Sok An, presidente della sessione del Comitato, si è congratulato con l’Italia per iscrizione del vulcano siciliano nella Lista del Patrimonio Mondiale. “I ricercatori sono affascinati dal Monte Etna da migliaia di anni – ha detto a sua volta Tim Badman, direttore del programma del Patrimonio Mondiale IUCN – I suoi valori scientifici, culturali ed educativi sono di importanza globale. Speriamo che questo status prestigioso porti con sé una maggiore protezione del sito”.

“Tantissimi Paesi hanno preso la parola per congratularsi con l’Italia – racconta dalla Cambogia Ottavio Di Bella, collaboratore del Ministero dell’Ambiente – L’Etna rischia anche di diventare anche un caso di cooperazione, Convenzione del 1972 / Programma MAB, su suggerimento della Germania. L’ambasciatrice francese ha esordito citando Chateaubriand…un tripudio! Sul serio – continua Di Bella – di rado ho visto quasi la metà dei Paesi del Comitato intervenire per sostenere una. Il sito è stato iscritto senza alcuna obiezione ed anzi con incoraggiamento ad andare avanti anche con il Programma MAB. La gioia maggiore, al di là di tutti i rappresentanti degli Stati membri venuti a congratularsi, sono state le parole di una giovane ricercatrice italiana all’università di Stanford (California), di Agrigento e qui in missione studio, un giovane talento all’estero, che è venuta a dirmi come si sentiva orgogliosa dell’avvenuta iscrizione di un sito siciliano..”

Com’era già stato reso noto il 5 maggio scorso, l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), agenzia incaricata di esaminare l’inserimento dei siti naturali nella World heritage list, aveva proposto l’iscrizione del Monte Etna insieme ad altri quattro luoghi di grande interesse in altre zone del mondo (l’area del Xinjanìg Tianshan in Cina; El Pinacate e il Gran deserto in Messico; il Mare Salato della Namibia; il Parco nazionale del Tajik, con le Montagne del Pamirs, in Tagikistan).

LA MOTIVAZIONE UFFICIALE. “Il sito “Mount Etna” comprende 19,237 ettari del Parco dell’Etna,. Con un’altezza di 3,335 m sul livello del mare, l’Etna è la montagna più elevata d’Italia al sud delle Alpi, la più alta dell’area centro-mediterranea e di qualsiasi isola mediterranea. Il sito candidato copre la zona più elevata dell’Etna che non è abitata. L’Etna è il vulcano più attivo al mondo in termini di frequenza eruttiva. È il vulcano più alto d’Europa e il più grande vulcano basaltico composito e copre un’area di 1,178 km2 sul livello del mare, raggiungendo un’altezza di oltre 3,300 m. Il vulcano è caratterizzato da un’attività vulcanica quasi incessante nei crateri sommitali e da frequenti colate laviche da crateri e fessure laterali. Quest’attività vulcanica è documentata da almeno 2700 anni. La documentazione scientifica relativa all’Etna risale al XVII secolo. Nel IX secolo, famosi scienziati europei, quali Charles Lyell e Sartorius von Waltershausen, hanno condotto studi sistematici e la mappa di Waltershausen, della prima metà del IX secolo rappresenta la prima mappa geologica di un vulcano di grandi dimensioni. Da quel momento l’Etna è diventato il vulcano più studiato e monitorato al mondo. È considerato un laboratorio naturale per vulcanologi, geofisici e altre discipline delle scienze della terra.

L’Etna allo stato attuale è il risultato di una complessa storia eruttiva che può farsi risalire a oltre 500.000 anni fa. L’attività vulcanica centrale nella regione etnea ha avuto inizio oltre 100.000 anni fa. Circa 57.000 anni fa un’intensa attività vulcanica ha dato origine al vulcano Ellittico alto oltre 3.600 m, mentre circa 15.000 anni fa, l’attività principalmente effusiva ha formato il più recente Mongibello, le cui 357 colate coprono l’88% dell’intera superficie dell’Etna. La più grande eruzione esplosiva del Mongibello si è verificata nel 122 AC, causando enormi danni alla città di Catania, città costiera che ha subito anche un’eruzione laterale a bassa quota nel 1669. La più recente mappa geologica dell’Etna indica 122 colate laviche nel periodo storico che va dal 122 AC ad oggi. Attualmente l’Etna conta quattro crateri sommitali e una dozzina di coni di cenere vulcanica. Tuttavia la caratteristica morfologica predominante dell’Etna è la Valle del Bove, una grande depressione sul versante orientale del vulcano creata da un fianco collassato migliaia di anni fa e che adesso rappresenta una finestra sulla storia del vulcano”.