Leoluca Orlando non si ferma, anzi! Sono giorni difficili per la battaglia che sta portando avanti il sindaco di Palermo contro le disposizioni dettate dal decreto Sicurezza che negano la registrazione all’Anagrafe dei cittadini migranti presenti sul territorio cittadino e in possesso del permesso di soggiorno temporaneo per richiedenti asilo.
Appena ieri Orlando ha “sbloccato la pratica” di giovane di 18 anni, figlio di rifugiati di guerra, arrivati in Italia alla fine degli anni ’90, nato e cresciuto a Palermo, che rischiava di perdere la possibilità di diventare cittadino italiano.
Gli uffici dell’Anagrafe si sono infatti rifiutati di concedergli la residenza virtuale – requisito necessario per ottenere la cittadinanza italiana – pur avendo la ricevuta dell’istanza di permesso di soggiorno.
Il giovane ha prodotto i certificati di frequenza delle scuole cittadine e dovrebbe giurare entro il compimento del 19esimo anno di età cioè entro il 25 gennaio.
L’assessore alla Cittadinanza solidale Giuseppe Mattina a seguito della riunione per esaminare il caso dello scorso 20 dicembre ha informato il sindaco che: “Il tavolo tecnico per la valutazione dei requisiti della residenza virtuale ha sospeso la decisione sul caso per volontà dell’operatore dell’Anagrafe che ha mostrato dubbi sulla possibilità di accettare la sola ricevuta del permesso di soggiorno in luogo del documento di soggiorno”.
Orlando ha quindi deciso che sarà lui in persona venerdì ad assegnare la residenza virtuale al ragazzo che soffre per altro di ha una situazione familiare molto delicata ed è seguito anche degli operatori della Missione di Speranza e carità di Biagio Conte.
Una vicenda che niente ha a che vedere con le direttive del decreto sicurezza in quanto il giovane in questione ha è nato e cresciuto a Palermo da rifugiati di guerra, ha frequentato le scuole a Palermo e oggi ha anche la possibilità di trovare un lavoro a Palermo.
Ma per Orlando tutto questo è indicativo di “Un clima che si ripercuote anche sul funzionamento degli uffici comunali, dove, anche davanti a documenti rilasciati dagli organi di polizia, i funzionari temono per qualsiasi atto riguardi i cittadini stranieri”.
Ora arriva anche la “bacchettata” del premier Conte che ha dichiarato: “Se c’è qualche sindaco che persevera in modo isolato nelle sue proteste faccia pure. Ma mi sembrano posizioni ideologiche visto che al tavolo tecnico, pratico e con argomenti concreti, i problemi li abbiamo risolti”.
“Intendo proseguire sulla strada del rispetto della Costituzione – ha sottolineato il sindaco di Palermo – per riaffermare quanto sostengo da tempo e cioè che dietro l’attacco ai migranti si cela un generale attacco ai diritti di tutti e alle garanzie costituzionali per tutti
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