Leggi severe ma inapplicabili: così gli scafisti la fanno franca
Continueranno a ingrassare facendo affari d’oro sulla pelle dei disperati che cercano la terra promessa in Italia e invece trovano una bara d’acqua nel Mare Nostrum. I 976 scafisti arrestati dall’Italia negli ultimi mesi, secondo il governo, sono quasi tutti già liberi: polizia e carabinieri li identificano e li fermano sulla base delle testimonianze dei migranti trasportati sui barconi. Ma, dopo 5 giorni al massimo, gli scafisti vengono rilasciati in attesa del rinvio a giudizio.
Infatti è difficile che i testimoni possano fornire prove materiali e spesso vengono avvicinati e “convinti”, con promesse o minacce, a cambiare versione.
Sulla carta il reato di ingresso illegale in Italia prevede la reclusione fino a 12 anni (se viene dimostrato che hanno preso denaro) e una sanzione di 15mila euro per ciascun immagrato fatto sbarcare.
Di fatto, anche nell’ipotesi di una condanna, nessuno paga la sanzione perché non c’è alcun bene da sequestrare.
Insomma anche le norme più severe varate per combattere il fenomeno del traffico di migranti restano inapplicate e prive di qualunque forza dissuasiva.