Il giornalista antimafia Riccardo Orioles ottiene i benefici della legge Bacchelli.
Ad annunciarlo ieri è stato Claudio Fava, vice presidente della Commissione Antimafia che ha dichiarato: “Oggi, 21 marzo, giornata della memoria: che per una volta non è solo esercizio della memoria ma si fa cronaca e storia. Per la prima volta una vita spesa per scrivere sulle mafie e sui suoi innominabili amici è considerata titolo di merito civile, non di solitario accanimento.
Con Riccardo, quel merito lo assume una generazione di giornalisti e di cittadini che in questi 35 anni hanno avuto il coraggio di schierarsi, di resistere, di non arretrare mai. Con lui oggi ci sono “I Siciliani”. E c’è anche il segno di Giuseppe Fava che quel giornale volle e che non fu mai solo un giornale. Un pensiero – mi sia concesso – va anche a chi, durante questi anni, ha inutilmente cercato di soffocare quella storia fingendo che non fosse mai esistita. Le ragioni dell’indecenza hanno sempre il fiato sporco e corto”.
La mobilitazione per ottenere questo risultato tanto atteso era partita sui social, con la petizione, lanciata dal giornalista Luca Salici, #MandiamoinpensioneOriolies, firmata da più di 30.000 persone, tra cui tantissimi volti noti del giornalismo, della magistratura, ma anche dello spettacolo, che hanno dimostrato fin da subito grande soliarietà al giornalista, che ha speso la propria vita per
“Nel ringraziare tutte le istituzioni – dichiara Riccardo Orioles – che hanno voluto riconoscere un che di buono negli anni del mio lavoro, vorrei sottolineare che questo lavoro non è mai stato individuale e solitario ma umile e collettivo. Il riconoscimento non va dunque a un qualche grande e superbo autore ma a una scuola di buoni artigiani, utili al popolo e scomodi per il potere, a cui mi onoro di aver partecipato. Di essi, gran parte erano o sono giovani. Nessuno di loro ha mai tradito i valori essenziali del nostro mestiere, insegnatici da Giuseppe Fava e tramandati fra generazioni”.
“Questi giovani, – prosegue Orioles – insieme ad alcuni anziani e coraggiosi colleghi e agli esponenti maggiori dell’antimafia italiana, sono stati il nucleo della campagna che in poche settimane ha raccolto decine di migliaia di firme a sostegno non di una persona, ma di una concezione del giornalismo civile. Non oso nominarne alcuno perché sarebbe ingiustizia verso le diecine e diecine degli altri; faremo eccezione solo per due nomi, quello di Don Luigi Ciotti – la cui lode è già di per sè altissimo premio – e quello di Luca Salici, il giovane e agguerritissimo collega che è stato animatore e motore di tutto questo”.
“Adesso, – conclude il giornalista de I Siciliani – chiediamo a tutti gli amici che si sono riconosciuti e incontrati in quest’occasione di non disperdersi, di profittare di questa bella vittoria per fare rete di nuovo e andare avanti. A Catania, a Milano, a Napoli, a Bologna, a Roma, a tutte le redazioni e le testate de I Siciliani, ciascuno riprenda il suo posto e ancora contribuisca all’impresa comune. Al giornalismo libero e all’antimafia sociale, mai disgiunti fra loro ma sempre insieme, occorre la forza dei giovani ed essi, con allegria e coraggio, non ce la negheranno”.
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