Le Vie dei Tesori Palermo. Quarto weekend de Le Vie dei Tesori a Palermo. Lo Stand Florio si visita a cantiere aperto. Sulle tracce dell’antico ghetto. I palazzi aperti per l’ultima domenica.
Era il salotto della borghesia palermitana, ci si andava a giocare, a tirare con l’arco, a conversare. Poi lo Stand Florio è stato dimenticato e soltanto da pochi mesi è iniziato il restauro. Si può visitare a cantiere aperto con Le Vie dei Tesori ogni domenica dalle 10 alle 16.
Su prenotazione www.leviedeitesori.it cimentarsi nel tiro al piccione, a conversare affacciati sul mare. Poi lo Stand Florio è crollato piano piano, dimenticato come cento altre strutture di Romagnolo, affondato con un lembo di costa che sta rialzando solo ora la testa: adesso, dopo anni di abbandono, ritorna baldanzoso, con il suo bianco abbagliante, le volute moresche e la cupola rosso mattone.
I lavori sono ancora in corso, ma Le Vie dei Tesori permette di visitarlo a cantiere aperto (su prenotazione: www.leviedeitesori.it), ogni domenica dalle 10 alle 16. Costruito dalla famiglia dei celebri imprenditori, su progetto di Ernesto Basile, nel 1905, fu utilizzato a lungo per gare di tiro al piccione e per sport acquatici da parte della nobiltà e della ricca borghesia palermitana.
Durante la Seconda Guerra mondiale, venne adibito a magazzino per le truppe, poi fu acquisito dal vicino Ospedale Buccheri La Ferla. Chiamato affettuosamente dai palermitani “Taverna del Tiro”, lo Stand Florio diventerà un caffè letterario con cinema all’aperto e ristorante.Recuperate anche le strutture vicine, i cosiddetti edifici degli scommettitori, che erano ridotti a ruderi, meta di vagabondi e tossicodipendenti. Adesso ospiteranno le cucine e vari servizi, tutto nell’ambito del progetto Valore Paese-FARI.
Ma sono tantissimi i luoghi che Le Vie dei Tesori apre questo weekend, il penultimo del festival: cripte, chiese, oratori, ville storiche ed ex aeroporti militari. Oltre 120 luoghi di cui alcuni su prenotazione.
Come le sorgenti del Gabriele, il luogo che l’anno scorso fu una vera scoperta soprattutto per i palermitani: le sorgenti da cui arrivava l’acqua alla città. Un luogo che sembra essersi fermato e dove si respira aria cristallina, visto che siamo all’altezza della cosiddetta “Conigliera”. Sono aperte oggi (sabato) dalle 10 alle 17,30, chiuse domani; riapriranno i battenti per l’ultima volta, domenica 4 novembre.
Il quartiere brulicava di commerci e di artigianato. C’era la sinagoga gremita per le celebrazioni del sabato. Ultima occasione, questo weekend per visitare il Miqveh che invece non aprirà il prossimo fine settimana: un vero e proprio tuffo nel passato, per tornare indietro ante 1492, prima della cacciata degli ebrei da tutto il Regno di Spagna. In quel tempo a Palermo un intero rione molto affollato, riuniva le famiglie ebree.
C’era il macello che trattava le carni secondo le rigorose prescrizioni; e c’erano i bagni rituali, utilizzati dalle donne per il solenne atto di purificazione dopo le gravidanze e il ciclo mestruale. Questo Miqveh è stato rintracciato nell’atrio di Palazzo Marchesi, a un passo dalla centrale via Maqueda: per anni, gli studiosi lo hanno scambiato per un sito di sepoltura e soltanto di recente hanno appurato la sua vera esistenza.
E’ aperto sabato e domenica, su prenotazione, dalle 10 alle 17,30. E visto che siete da queste parti, non perdete la visita al seicentesco Oratorio di Santa Maria del Sabato (stessi orari) che l’arcivescovo ha concesso in comodato d’uso alla comunità ebraica. Che vi ricostruirà dentro la sua Sinagoga.
E sul luogo in cui sorgeva proprio una sinagoga, fu edificato il convento agostiniano di San Nicolò da Tolentino che invece ospita lo straordinario Archivio Storico Comunale (aperto fino alle 17): dal Registro di Gabelle regie di epoca angioina al Fondo Ricordi patri, del quale fanno parte “cimeli” risorgimentali come le lettere autografe di Garibaldi, re Umberto I e Crispi.
Ultima occasione, questa domenica, per visitare due palazzi tardo barocchi, a poca distanza l’uno dall’altro: Palazzo Comitini è stato il regno decorativo di Gioacchino Martorana, oggi sede della Città metropolitana. La costruzione, voluta da Michele Gravina y Cruillas, principe di Comitini, risale al 1768-1771, su progetto di Nicolò Palma. Camminando nei saloni, troverete opere di Renato Guttuso, Lia Pasqualino Noto, Renato Tosini e Giambecchina, Mario Rutelli e Mario Pecoraino.
Anche per Palazzo Bonocore si tratta dell’ultimo weekend: saloni affrescati,trompe l’oeil e un’alcova segreta. Dal prossimo fine settimana, ospiterà la mostra/experience su Modigliani. Ernesto Basile firmò invece il progetto per un altro palazzo, nato su un convento seicentesco, nato per ospitare la Cassa Centrale di Risparmio per le Province siciliane “Vittorio Emanuele III”.
Dimenticato per vent’anni, è stato al centro di un complesso restauro e oggi ospita il Grand Hotel Piazza Borsa. Visitabile solo la domenica, su prenotazione, dalle 10,45 alle 17,30. A Palazzo Sant’Elia, invece, è in corso la mostra sui cento capolavori dalle residenze imperiali russe: chi entra con i coupon de le Vie dei Tesori, otterrà un biglietto ridotto per l’esposizione.
Restano chiusi, rispetto al programma, la cappella dei Falegnami (per un problema di infiltrazioni d’acqua), la chiesa degli Agonizzanti, l’Oratorio di Santa Maria La Savona tra i luoghi di Itinerario contemporaneo.
Questo weekend le passeggiate de Le Vie dei Tesori scopriranno l’antico fiume della città, quel Kemonia che una storia tutta da raccontare; poi si camminerà lungo il Cassaro per scoprire i “Cappidduzzi” o le “Marunnuzze”, le minuscole edicole votive curate dagli abitanti dei quartieri; sabato sera, alle 21, si verrà invece a sapere che Palermo spagnola aveva un sacco di porte… quella del carbone, quella dei pesci, quella del legno … Le passeggiate si svolgono tutte sabato e domenica, solo su prenotazione sul sito www.leviedeitesori.it
Se si hanno dei bambini, allora si deve avere la family card, che si acquista in tutti gli hub, ma anche online e nei cinque luoghi – chiesa dell’Origlione, Palazzo Asmundo, Teatro Biondo, Archivio comunale ed ex Mulino di Sant’Antonino – dedicati alle famiglie. In collaborazione con Babyplanner.it. Nelle piazze Castelnuovo, Marina, Bellini e Verdi, ci saranno 4 gazebo dove i bambini potranno partecipare a laboratori su Teatro dei Pupi, palazzi del ‘700, la scuola dei Serpotta e le maioliche.
Le Vie dei Tesori è la più grande manifestazione dedicata alla promozione del patrimonio culturale della città, sotto l’egida delle più alte istituzioni dello Stato (Presidenza della Repubblica, Camera, Senato, ministero dei Beni Culturali). Quest’anno il Festival è inserito nelle manifestazioni a massimo richiamo turistico dell’assessorato regionale al Turismo, è direttamente promosso dell’assessorato regionale ai Beni culturali, incluso nelle manifestazioni dell’Anno europeo del Patrimonio e nel programma ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura.
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