Le sigarette elettroniche… vanno a ruba: arrestato un palermitano

PALERMO – Nel pomeriggio di ieri l’equipaggio di una gazzella del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Palermo, ha arrestato Giuseppe Monachino, pregiudicato, palermitano, classe 1966, ivi residente per furto di sigarette elettroniche.

La pattuglia stava transitando in via Ruggero Settimo, quando notava un uomo vestito con jeans e maglietta di colore nero, correre a piedi in direzione piazza Aldo Moro. L’individuo, teneva stretta, sotto il braccio sinistro, una scatola di colore scuro, cosa che faceva insospettire i militari che decidevano di fermarlo e procedere al controllo. L’uomo in evidente stato di agitazione, cercava di nascondere, senza successo, la scatola, risultata successivamente essere una confezione sigillata contenente due sigarette elettroniche di una noto marchio commerciale.

Monachino non sapeva fornire alcuna spiegazione circa il possesso della scatola, fornendo delle risposte elusive e varie versioni circa la provenienza.

Giunta sul posto un’altra pattuglia, dopo aver effettuato verifiche negli esercizi commerciali della zona, si accertava che la scatola era stata rubata poco prima in una farmacia poco distante, ricevendo la denuncia della titolare. Quest’ultima riferiva che poco prima, un uomo, che dalla descrizione fisico – somatica e per l’abbigliamento indossato era uguale all’individuo appena fermato dai Carabinieri, era entrato nella farmacia e si era impossessato di una confezione contenente due sigarette elettroniche di una nota marca del valore commerciale di circa 90 €, dandosi subito dopo alla fuga in direzione di via Ruggero Settimo.

Monachino condotto in Caserma veniva riconosciuto senza alcun dubbio dalla titolare della Farmacia e dai testimoni, giustificandosi dicendo che con il ricavato della vendita della merce, avrebbe acquistato dello stupefacente. Accompagnato in caserma, risultava avere alle spalle numerosi precedenti per furto. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria veniva trattenuto nelle camere di sicurezza e tradotto presso il Tribunale di Palermo, sottoposto al rito direttissimo al termine del quale, dopo la convalida dell’arresto veniva condannato all’obbligo di dimora.