Le Cattive a Palazzo Butera, dal 1° settembre uno spazio polifunzionale

LE CATTIVE a Palazzo Butera. Un luogo di arte e storia, leggenda e futuro, ma anche espressione massima dell’integrazione tra popoli e tradizioni, un elemento che da sempre segna la storia, la gastronomia e la società siciliana e Palermo in particolare.

Domani apre LE CATTIVE, una locanda, uno spazio polifunzionale, un progetto della famiglia Tasca d’Almerita con l’intenzione di accompagnare la visione della fondazione Valsecchi per il rilancio culturale della città, eletta quest’anno Capitale italiana della cultura e che ospita fino a novembre, Manifesta 12, Biennale Nomade di Arte Contemporanea.

LE CATTIVE “caffè, vino, cucina”

Un luogo dove bere un bicchiere di vino, per scoprire una selezione di vitigni rappresentativi  del territorio. Una locanda dove fermarsi dalla colazione alla cena, che possa inoltre diventare un punto di riferimento per un calendario di attività culturali, dagli incontri alle presentazioni di libri. Affacciata sulla storica Passeggiata delle Cattive, dove nell’Ottocento le captivae, le vedove prigioniere del loro dolore, potevano passeggiare indisturbate, la terrazza è diventata simbolo di Palermo, offrendo una delle vedute più suggestive della Cala, il porto più antico della città.

Palazzo Butera, grazie alla titanica opera di recupero e di restauro avviata da Massimo e Francesca Valsecchi, ritorna ad essere l’ideale “porta” aperta verso la città diventando così ponte tra il fronte del porto, lo storico quartiere della Kalsa, e il polo costituito da Palazzo Steri, Palazzo Abatellis, Orto Botanico e Spasimo.

Anche il programma concepito da Massimo Valsecchi per il Palazzo, con il suo susseguirsi di residenze di artisti, in occasione di Manifesta 12,  scambi e collaborazioni con musei e atenei internazionali e una fertile attività di worskhop e laboratori, sottolinea ulteriormente l’idea di interscambio, contaminazione, di una “grande bottega creativa” d’ispirazione rinascimentale.

Sono questi i valori condivisi da Massimo Valsecchi e da Alberto Tasca d’Almerita che hanno creato i presupposti per la collaborazione a Palazzo Butera. Questi valori da sempre permeano la storia e le buone pratiche agricole, vitivinicole e culturali del mondo Tasca.

Al centro di tutto c’è l’amore per il bello, le cose fatte bene e il fare del bene, che per i Tasca trova la sua più alta espressione nei progetti di “cura” del territorio, dalla sostenibilità con il progetto SOStain/VIVA al coinvolgimento attivo della città grazie alla rassegna “Cogito, un aperitivo per la mente”. E con questa prospettiva Tasca è anche partner di Manifesta 12, per raccontare il territorio attraverso i suoi vitigni.

I temi: artigianalità, sostenibilità, cultura dell’uomo

Uno studio approfondito sulle materie prime siciliane, esperienze che guardano sia i mercati popolari che la cucina di casa dei Monsù, sia le isole che le ricette contadine e montane. Un luogo di ristoro, incontro, scambio di idee, vetrina per un ideale viaggio culturale nella Sicilia enogastronomica. La locanda sarà un territorio da scoprire, uno spazio in cui ognuno viaggerà secondo il proprio vissuto. Sarà una porta aperta alla città e al flusso dei turisti internazionali che animeranno le stanze di Palazzo Butera. E in questa sinergia tra arte e cultura l’intento de Le Cattive è quello di divulgatore dell’anima siciliana e della storia di Tasca.

Il progetto architettonico dello spazio è stato curato da Giovanni Cappelletti, a capo del progetto architettonico e museografico di Palazzo Butera. Nel pavimento, una infilata di mattonelle originali provenienti dalla terrazza del Palazzo. L’intero spazio, diretto da Giuseppe Anselmi, gioca sulle cromie del luogo.

Un piccolo orto di erbe aromatiche

Alla locanda Le Cattive si accede da Palazzo Butera e dalle Mura, dove ha preso forma un piccolo orto di erbe aromatiche. L’intera proposta gastronomica è stata affidata ad uno staff  di giovani siciliani under 30 con interessanti esperienze in giro per il mondo. Alla guida della brigata, il giovane Daniele Olivastro (29 anni, archeologo palermitano, diplomato all’Alma e con trascorsi a Londra con il pluristellato Heston Blumenthal): l’obiettivo è la valorizzazione di un territorio e di una lunga tradizione locale che diventano fonte di ispirazione creativa, una locanda che possa essere fucina di idee e luogo aperto al confronto. L’artigianalità giocherà un ruolo fondamentale, con la selezione accurata di materie prime dell’isola e la ricerca storica sulle ricette del passato, dalla cucina di casa dei Monsù alle pietanze contadine dell’entroterra e del mare.

Orari di apertura: dalle 9 alle 23 dal martedì alla domenica

Cena solo su prenotazione –  Giorno di chiusura: lunedì – Informazioni: 0916198374