L’avversario: Roma
Si ritorna a giocare al Massimino dopo la pausa invernale e le feste ‘prolungate’ che i rossazzurri hanno posticipato fino a domenica scorsa andando incontro alla brutta sconfitta del Dall’Ara. Il ritorno nel proprio stadio porterà come spesso accade quella scarica di adrenalina in più capace di far…
Si ritorna a giocare al Massimino dopo la pausa invernale e le feste ‘prolungate’ che i rossazzurri hanno posticipato fino a domenica scorsa andando incontro alla brutta sconfitta del Dall’Ara. Il ritorno nel proprio stadio porterà come spesso accade quella scarica di adrenalina in più capace di far risvegliare l’ardore e la ferocia sportiva. L’avversario da affrontare e da battere per risollevare il morale è la nuovissima Roma di Luis Enrique: i giallorossi quest’estate hanno chiuso un’era, il passaggio di proprietà dai Sensi ad una cordata americana guidata da Thomas Di Benedetto è stata una vera e propria rivoluzione nella città eterna. E’ cambiato quasi tutto, dirigenti, tecnico, uomini, mentalità, tutto. Certo i senatori come Totti De Rossi o Perrota sono ancora lì e giustamente fanno da ponte tra la vecchia e la nuova realtà, ma di fatto è rimasto ben poco della Roma vista fino allo scorso anno. La nuova dirigenza ha voluto affidare questo nuovo progetto tecnico ad un allenatore praticamente inesperto, un uomo che non vanta panchine in nessuna squadra di massima serie, Luis Enrique era infatti l’allenatore del Barcellona B, squadra riserve che milita nel campionato di serie B spagnolo; probabilmente il solo fatto di fare parte del più grande e largo progetto ‘Barca’ che parte dalla ‘caldera’ fino ad arrivare alla prima squadra di Messi e company è stata una garanzia sufficiente per permettergli di sedere sulla panchina dell’Olimpico. A colpire è il fatto che il tecnico giallorosso non sia arrivato in punta di piedi e si sia adattato alla squadra ma ha altresì preteso e ottenuto uno sconvolgimento tattico e di uomini imponendosi con grandissimo carattere. I risultati non gli hanno dato subito ragione, l’eliminazione in Europa League e i troppi passi falsi in campionato stavano cominciando a minare le sicurezze, ma lo spagnolo non ha badato alle critiche e ha tirato dritto per la sua strada, mettendo in discussione spesso anche un mostro sacro come Totti, che a Roma è come mettere in dubbio la fede. Col passare dei mesi però la squadra ha cominciato a rispondere in maniera convincente, il gioco tutto nuovo, in perfetto stile spagnolo fatto di possesso palla e movimento continuo, sta dando i suoi frutti, i calciatori lo stanno assimilando e quella che era una banda di giovani e promettenti talenti si sta trasformando in un vero progetto squadra per il futuro. I gioielli come Lamela, Bojan, Pjanic, Gago, Josè Angel stanno tirando fuori tutto il loro talento e lo stanno mettendo a disposizione del collettivo.La Roma al momento occupa il sesto posto in classifica in coabitazione con il Napoli a quota 27 punti, le vittorie sono 8, 3 i pareggi e 6 le sconfitte, 23 i gol fatti e 19 quelli subiti. In trasferta i giallorossi hanno vinto 4 volte, perso altrettanto e pareggio una sola volta: segnale che palesa la caratteristica della squadra che gioca sempre a viso aperto contro qualsiasi avversario, sia che la sfida si giochi in casa che fuori. Nelle ultime due uscite lontane dalla capitale i ragazzi di Luis Enrique hanno fatto bottino pieno, 0-2 a Bologna e ancora meglio 1-3 sul difficilissimo campo del Napoli.Per la sfida di sabato sera non saranno a disposizione del tecnico giallorosso Osvaldo Cassetti e Burdisso, alle prese con i rispettivi infortuni, non ci saranno invece defezioni per squalifica. In campo dovrebbero scendere secondo un modulo 4-3-3 i seguenti uomini: Stekelenburg in porta, Taddei, Juan, Heinze e Jose Angel in difesa, a centrocampo Gago De Rossi e Pjanic, e in avanti Totti Lamela e Bojan.Di Orazio Cutrona
(calciocatania.it)