Economia

Lavoro terzo trimestre 2017: cresce l’occupazione nel Mezzogiorno

Lavoro terzo trimestre 2017: cresce l’occupazione nel Mezzogiorno. Secondo i dati Istat, nel terzo trimestre del 2017 l’economia italiana ha registrato una crescita del PIL dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,7% su base annua. Nel complesso, l’economia dei paesi dell’area Euro è cresciuta dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% nel confronto con lo stesso trimestre del 2016.

Lavoro terzo trimestre 2017: crescono le ore di lavoro

L’accelerazione della dinamica dell’attività economica, particolarmente significativa per l’industria in senso stretto e per le costruzioni, è associata a un assorbimento di lavoro da parte del sistema produttivo che continua la sua fase di espansione. Le ore complessivamente lavorate crescono dello 0,7% sul trimestre precedente e del 2,4% su base annua mostrando una crescita superiore a quella del prodotto.

Dal lato dell’offerta di lavoro, nel terzo trimestre del 2017 l’occupazione presenta una nuova crescita congiunturale (+79 mila, 0,3%), dovuta all’ulteriore aumento dei dipendenti (+101 mila, +0,6%), soltanto nella componente a tempo determinato a fronte della stabilità del tempo indeterminato. Continuano invece a calare gli indipendenti (-22 mila, -0,4%).

Il tasso di occupazione cresce di 0,2 punti rispetto al trimestre precedente arrivando al 58,1%. I dati mensili più recenti (ottobre 2017) mostrano, al netto della stagionalità, una sostanziale stabilità del numero di occupati rispetto a settembre.

La dinamica tra il terzo trimestre del 2017 e lo stesso periodo dell’anno precedente porta a una crescita di 303 mila occupati (+1,3%) circoscritta ai dipendenti (+2,3%), soprattutto a termine, a fronte di una nuova diminuzione degli indipendenti (-1,8%). L’incremento in termini assoluti è più consistente per gli occupati a tempo pieno. Il tempo parziale aumenta soprattutto nella componente volontaria.

Lavoro terzo trimestre 2017: cresce l’occupazione nel Mezzogiorno

La crescita dell’occupazione riguarda entrambi i generi e tutte le ripartizioni ed è più intensa per le donne e nel Mezzogiorno. Nel terzo trimestre 2017 torna a crescere l’occupazione per i giovani 15-34 anni e il relativo tasso di occupazione, sia in termini tendenziali sia congiunturali.

Il tasso di disoccupazione rimane stabile rispetto al trimestre precedente e diminuisce di 0,4 punti in confronto a un anno prima. Nei dati di ottobre 2017, in termini congiunturali, i tassi di disoccupazione e di inattività 15-64 anni rimangono stabili.

Lavoro, diminuiscono gli “inattivi”

Nel confronto tendenziale si accentua la riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-300 mila in un anno) e del corrispondente tasso di inattività (-0,6 punti). La diminuzione dell’indicatore è diffusa per territorio, riguarda entrambi i generi, di più gli over50, e coinvolge soprattutto quanti vogliono lavorare (le forze di lavoro potenziali).

Nel complesso si assiste a un maggiore ingresso nell’occupazione dei disoccupati, soprattutto tra i giovani, di individui con elevato livello di istruzione, e tra i residenti nel Nord. Crescono anche le transizioni dallo stato di inattività verso la disoccupazione, soprattutto per le forze di lavoro potenziali; tra gli scoraggiati l’aumento delle transizione è anche verso l’occupazione.

Dal lato delle imprese si confermano i segnali di crescita congiunturale della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti pari all’1% sul trimestre precedente, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. Del medesimo segno sono le variazioni delle ore lavorate per dipendente, che crescono rispetto al trimestre precedente (+0,4%) e su base annua (+0,1%), mentre continua la flessione del ricorso alla Cassa integrazione.

Proseguono, inoltre, i segnali di crescita nel tasso dei posti vacanti, che aumenta di 0,1 punti percentuali sul trimestre precedente. In termini congiunturali si registra un aumento dello 0,3% delle retribuzioni e dello 0,7% degli oneri sociali e, quale loro sintesi, una crescita dello 0,4% del costo del lavoro.

Redazione

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