Lavoreremo 5 anni in più: finchè la spina dorsale non si spezza | Pensioni, CRACK definitivo dall’INPS

Crack pensioni - Depositphotos - Sicilianews24
Crack pensioni – Depositphotos – Sicilianews24

Il tema delle pensioni continua a essere al centro dell’attenzione in Italia, soprattutto a seguito delle recenti modifiche apportate dal Governo Meloni. Queste modifiche non hanno per ora alterato l’età pensionabile per il 2023, che rimane fissata a 67 anni con 20 anni di contributi per tutti i lavoratori.

L’età pensionabile non è un parametro fisso, ma varia in base all’aumento della longevità degli italiani certificato dall’Istat.

La riforma Fornero del 2011 ha rappresentato un punto di svolta per il sistema pensionistico italiano, innalzando l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e modificando i requisiti per la pensione anticipata. Prima di questa riforma, era possibile andare in pensione a 65 anni o anticipatamente a 61 anni con 35 anni di contributi per i lavoratori dipendenti.

Per i lavoratori iscritti all’AGO con anzianità contributiva dal 1996, la pensione di vecchiaia si raggiunge con 67 anni di età e 20 anni di contributi, a condizione che l’importo pensionistico sia almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Esiste anche la possibilità di andare in pensione a 71 anni con soli 5 anni di contributi, senza vincoli sull’importo della pensione.

Deroghe e casi particolari

Inoltre, c’è la possibilità di pensionamento a 67 anni con 15 anni di contributi, purché siano soddisfatti determinati requisiti, come l’accumulo di 15 anni di contributi entro il 1992 o l’autorizzazione al versamento volontario dei contributi precedente al 31 dicembre 1992.

Per i dipendenti privati con invalidità pari o superiore all’80%, esistono deroghe specifiche ai requisiti standard: gli uomini possono accedere alla pensione a 61 anni con 20 anni di contributi, mentre per le donne l’età scende a 56 anni, sempre con 20 anni di contributi.

Non smettono più di chiederci altri anni di duro lavoro: ormai godersi la vecchiaia sarà solo un miraggio con l’ultima trovata del Governo

Anziano che conta soldi – Depositphotos – Sicilianews24

Saranno necessari più anni di lavoro

Il Cnel ha presentato una proposta di riforma delle pensioni che potrebbe innalzare il numero di anni di contributi richiesti per la pensione di vecchiaia da 20 a 25. Questa modifica rappresenta un cambiamento importante nel sistema pensionistico italiano, destinato a introdurre maggiore flessibilità nell’età di pensionamento, compresa tra i 64 e i 72 anni.

La riforma proposta dal Cnel include anche una revisione dei coefficienti di trasformazione per il calcolo dell’assegno pensionistico, riducendo la gamma di età attualmente considerata per questo calcolo. La Lega sta spingendo per una “Quota 41”, che permetterebbe il pensionamento con 41 anni di contributi senza un’età minima, una misura però giudicata troppo onerosa.