L’Ars taglia 4 milioni di euro, i deputati protestano: “così non ce la faremo”
“Così non ce la faremo, i soldi non basteranno. Sia chiaro…”. Così un componente del Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana commenta a caldo i tagli ai contributi per i deputati.
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di redazione
“Così non ce la faremo, i soldi non basteranno. Sia chiaro…”. Così un componente del Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana commenta a caldo i tagli ai contributi per i deputati appena deliberati e che lui stesso ha votato a favore. Stessi dubbi vengono espressi da un altro componente del Consiglio, anche lui favorevole durante la votazione: “A questo punto il Parlamento può chiudere”. I tagli, varati ieri mattina sull’onda del caso Fiorito, riguardano diverse voci: dall’abrogazione dei rimborsi per telefonini, tablet e posta alla riduzione del 50% delle indennità corrisposte ai parlamentari per raggiungere il posto di lavoro, palazzo dei Normanni. Inoltre, meno soldi per i portaborse (mille euro in meno al mese) e decurtazione del contributo unificato, 500 euro che spariscono dalla busta paga del deputato. Insomma, i tagli deliberato ieri dalla Presidenza dell’Assemblea Regionale sono immediati e ammontano a 4,1 milioni all’anno, per un totale di 20,4 milioni per l’intera legislatura. Il Consiglio ha ridotto del 30 per cento l’indennità di carica per il presidente dell’Ars, i vice presidenti, i deputati-questori, i deputati-segretari, i presidenti di commissione. Per via della riduzione, il presidente dell’Assemblea riceverà 3.700 euro in meno (da 7.700 a 4 mila euro lordi). Tagliati per intero i rimborsi forfettari per le spese di viaggio, che costavano 10 mila euro all’anno per singolo deputato. L’indennità di trasporto, cioè i rimborsi forfettari per i deputati che si recano all’Ars, è stata diminuità del 50 per cento sia per chi raggiunge Palermo (dove ha sede Palazzo dei Normanni) dalle altre province, sia per chi vive nel capoluogo. Per i “portaborse” i deputati riceveranno 1.000 euro in meno al mese: il contributo passerà da 4.100 a 3.100 euro. Tagliati del tutto i rimborsi per le spese telefoniche e per quelle postali. Meno trasferimenti anche ai gruppi: ogni singolo deputato non riceverà più 3.750 euro ma 3 mila euro al mese.