Landini “Lavoratori andrebbero vaccinati, non licenziati”
ROMA (ITALPRESS) – “Entro l’estate i lavoratori vanno vaccinati, non licenziati. È un errore da correggere quello del Governo, mentre è del tutto sbagliata la scelta politica di un nuovo condono fiscale: un’offesa a chi paga sempre le tasse”. Lo dice Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, nella quale parla del Dl Sostegni appena approvato: “Il provvedimento è sicuramente necessario, ma ci sono tre cose che non mi convincono proprio. La prima: la decisione di inserire in un decreto per sostenere l’economia, in questo drammatico momento, un nuovo condono fiscale. Che, come è evidente a tutti, non c’entra nulla con il lavoro, la povertà, l’emergenza. Anzi, è un modo di offendere chi le tasse le paga sempre anche per garantire, non dimentichiamolo, i diritti e i servizi a chi le tasse, invece, le evade. Pessima scelta. Tra l’altro, il condono del governo Conte I, quello Lega-M5S, arrivava fino a mille euro di sanzioni, questo del governo Draghi addirittura innalza il livello fino a 5 mila euro e la cancellazione delle cartelle vale sia per le persone fisiche sia per altri soggetti, senza alcun richiamo all’Isee”.
Il secondo punto del decreto che non convince Landini “riguarda i sostegni destinati ai lavoratori precari. È vero che si è allargata positivamente la platea a figure finora escluse, penso per esempio ai lavoratori in somministrazione, ma a fronte di questo è stato ridotto l’ammontare dell’indennità: da mille euro al mese a 800 euro. Questo in un momento in cui nel nostro Paese sta crescendo la povertà anche tra coloro che hanno una qualche forma di occupazione”. Da luglio le grandi imprese manifatturiere potranno licenziare. “Questa dovrebbe essere una fase di coesione sociale, di unità del Paese – dice Landini -. Invece aver stabilito che da luglio, in teoria, le imprese industriali potranno ricorrere ai licenziamenti collettivi mentre per gli altri settori di attività continuerà il blocco fino ad ottobre dividerà il Paese. Una decisione incoerente rispetto all’impegno del governo di arrivare in autunno ad una riforma condivisa, grazie al confronto aperto, degli ammortizzatori sociali”.