“L’amore è una cosa semplice” dice una canzone di Tiziano Ferro, eppure sembra che vivere questo sentimento così come viene sia una cosa alquanto complicata.
L’amore, perno della vita dell’uomo da sempre, motore di guerre e combattimenti, fonte d’ispirazione per poeti, scrittori e musicisti, è fattore condizionante e determinante dell’esistenza umana.
Le sofferenze ad esso legate, al contrario di quello che comunemente pensiamo, non sono provocate solamente dall’oggetto di questo affetto ma, in maggior quantità, dalla nostra psiche e dal nostro background emotivo. Nell’amare e, ancor di più, nell’essere amati influiscono fragilità, aspettative, paure, ossessioni, così dare amore e lasciarsi amare diventano obiettivi difficilmente raggiungibili di un gioco contorto ma impossibile da evitare. Senza amore non riusciamo a vivere.
Un viaggio-esperimento all’interno di questo sentimento è quello che ha voluto compiere Silvio Laviano, regista di “Bordeline in love”, in questo spettacolo in scena al teatro del Canovaccio.
Partendo dal disturbo di personalità “borderline”, aggrappandosi ai testi di Shakespeare, Fabre e Jung, ripercorrendo la tragedia amletica in un articolato meccanismo di meta-meta-teatro , avvalendosi del lungo lavoro introspettivo dei sei attori/personaggi, Laviano porta sul palco la tragedia dell’umanità.
Una realtà amplificata dalle complicazioni di quest’epoca della “comunicazione” nella quale comunicare “davvero” è un’utopia, in cui le relazioni si trasferiscono dietro uno schermo e le persone sono voraci di sentimenti espressi come il cibo fast-food.
In scena ad accogliere, dirigere e studiare il tutto un Cupido un po’ rassegnato, lo stesso Laviano, che subisce l’incapacità di amare dei personaggi interpretati da Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Alice Ferlito, Silvio Laviano, Nicola Alberto Orofino, Alice Sgroi e Vincenzo Spadaro. Tre coppie messe a nudo su uno sfondo sterile di un bianco accecante, in uno spazio teatrale allargato e stravolto dalle istallazioni scenografiche di Federica Buscemi.
“Borderline in love” è la storia di tutti noi, grandi uomini e donne resi piccoli, quasi invisibili, dal falso bisogno di piacere e soddisfazione immediata che nasconde il reale timore di abbandonarsi all’amore e lasciarsi amare.
Per chi volesse tuffarsi in questo incredibile percorso emotivo – a parer mio ancora da affinare ma ammissibile, vista la verginità di Laviano in fatto di regie – “Bordeline in love”, prodotto all’interno del progetto “XXI in scena”, sarà in replica il 23 e il 24 marzo 2014.
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