Lo reclamano le due regioni, Calabria e Sicilia, se ne discute in Parlamento e giungono richieste nelle sedi governative. Il dibattito sul collegamento stabile tra la riva calabrese e quella siciliana prosegue e il ponte sullo Stretto, dopo “Ponte d’Europa”, adesso viene anche chiamato “Ponte Ulisse”.
I due presidenti di Regione, il siciliano Nello Musumeci e il calabrese Nino Spirlì, si sono incontrati nei giorni scorsi a Catania, decisi a chiedere ancora una volta la costruzione dell’opera. “Siamo stanchi di essere considerati marginali rispetto al continente europeo”, ha affermato Musumeci. “Vogliamo diventare – ha spiegato – il cuore del Mediterraneo, la piattaforma naturale delle navi che lo attraversano. Non è possibile diventarlo se non c’è l’alta velocità. E non ci può essere alta velocità – ha spiegato il governatore – se non si attraversa lo Stretto in tre minuti”.
“Al Ponte ci crediamo – ha affermato Spirlì – e l’Europa ha l’obbligo politico di realizzarlo. Lo chiamiamo Ulisse – ha aggiunto – come il più mediterraneo dei navigatori, come il più europeo tra gli europei”. All’incontro c’era anche l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini: “Siamo in grado di cominciare subito. Ci sono 50 anni di studi e approvazioni. È un progetto – ha ricordato – che era stato cantierato e pronto per essere eseguito”. A incontrare Salini in questi giorni anche Silvia Vono, senatrice di Italia Viva e promotrice dell’intergruppo parlamentare che sostiene l’opera. Per Vono l’incontro è servito “per avere la certezza che il Ponte sullo Stretto si può fare, al di là delle commissioni tecniche” in quanto si tratta di “un progetto non cantierabile ma cantierato”, ha fatto sapere la senatrice sui suoi canali social.
Richieste e idee per il collegamento stabile sullo Stretto arrivano, quindi, al governo da più parti. “Per noi è un’infrastruttura strategica e lo abbiamo detto al presidente Draghi nel corso dell’incontro”, ha spiegato all’Italpress Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera, parlando dell’incontro dei giorni scorsi tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i rappresentanti del partito azzurro.
“Abbiamo segnalato – ha affermato – che intanto si potrebbero finanziare le opere a terra, che sicuramente si concludono entro il 2026, e si potrebbe considerare la disponibilità offerta dalle due Regioni, Calabria e Sicilia, di sostenere economicamente le altre opere, quelle relative al collegamento, utilizzando i fondi strutturali nella loro disponibilità. Abbiamo segnalato – ha aggiunto – che il ponte sullo Stretto è anche l’occasione per realizzare l’alta velocità ferroviaria, quella vera. Abbiamo detto che siamo preoccupati perché, nel Recovery, quella che viene definita alta velocità Salerno-Reggio Calabria è semplicemente un potenziamento della rete ferroviaria. Avremo treni un po’ più veloci – ha continuato – ma non ad alta velocità come quelli che ci sono nel resto del Paese. Se facessimo il ponte, l’alta velocità ferroviaria, quella vera, si potrebbe realizzare più facilmente perché sarebbe economicamente sostenibile”.
Inoltre l’opera, che per il deputato “sarebbe uno straordinario attrattore turistico”, non “interessa solo la Calabria e la Sicilia ma – ha evidenziato – è strategica per l’intero paese e può essere determinante per intercettare nuovi traffici commerciali nel Mediterraneo”. Per Occhiuto, che fa parte dell’intergruppo parlamentare, “il vero ostacolo alla realizzazione del ponte è un pregiudizio ideologico”. “Quest’opera è passata come voluta dai governi Berlusconi, come opera di destra. Le opere strategiche – ha concluso – non sono né di destra né di sinistra, servono al Paese e andrebbero realizzate con l’impegno di tutti”.(Italpress)
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