Ladri di Biciclette: edizione restaurata di Vittorio De Sica al cinema De Seta. Dopo una pausa dovuta agli impegni di lavoro relativi a “La mafia non è più quella di una volta” di Franco Maresco, l’Associazione Lumpen torna al De Seta proponendo una lunga serie di capolavori del cinema in versione restaurata. La prima palermitana sarà Ladri di Biciclette e si svolgerà l’uno febbraio al padiglione 10 dei Cantieri Culturali alle ore 21:00. A partire dalle 19:00 sarà possibile partecipare all’aperi-cinema della Social Kitchen di Cre.Zi.Plus. e poi assistere alla proiezione. Il film è riproposto nella versione restaurata dalla cineteca di Bologna nel 2018, Compass Film e Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Arthur Cohn, Euro Immobilfin e Artédis presso il laboratorio “L’Immagine Ritrovata”.
Considerato unanimemente uno dei film più belli di tutti i tempi, diretto nel 1948 da un De Sica che aveva già alle spalle un altro capolavoro come Sciuscià, Ladri di Biciclette appartiene a una stagione irripetibile del cinema italiano, rappresentata da maestri come Rossellini, Visconti, De Santis, Castellani, Monicelli…Memorabile il ” rimprovero ” di Orson Welles al grande critico André Bazin e ai suoi giovani discepoli dei Cahier du cinema, colpevoli, secondo lui, di esaltare Rossellini ( considerato dal genio di Quarto Potere un dilettante di talento) e di non dare il giusto valore a De Sica, il quale con Sciuscià ” ha realizzato il più grande film della storia de cinema “. E detto da uno che nei confronti degli altri registi, anche immensi, aveva spesso parole tutt’altro che lusinghiere, non è poco.
Vittorio de Sica: “Perché pescare avventure straordinarie quando ciò che passa sotto i nostri occhi e che succede ai più sprovveduti di noi è così pieno di una reale angoscia?” Da divo brillante della commedia anni Trenta, De Sica si trasforma in maestro del cinema, tra i massimi protagonisti del Neorealismo italiano. Ladri di biciclette è uno dei capolavori realizzati in coppia con Zavattini. Il quadro di miseria dell’Italia del dopoguerra è condensato magistralmente nella storia di un attacchino cui viene rubata la bicicletta, unico mezzo di sostentamento per sé e la famiglia. André Bazin lo definì “il centro ideale attorno al quale orbitano le opere degli altri grandi registi del neorealismo”. Oscar per il miglior film straniero.
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