Francesco Salamone, milazzese di origine, pescatore dall’età di 8 anni insieme insieme al papà e fratelli ha reagito alla mafia denunciando i suoi estortori con l’aiuto dei Carabinieri, del Prefetto di Messina e delle associazioni antiracket come “Sos Impresa – Rete per la legalità” che ha personalmente ringraziato.
“La mia storia ha inizio nel 2002 – afferma Salamone – quando, nonostante le difficoltà nel settore della pesca ma anche la stanchezza fisica di una vita di sacrifici, io e la mia famiglia abbiamo deciso di investire nel settore del turismo. Abbiano così deciso di costituire la società “Navisal Srl”, impegnando tutti i nostri risparmi e ottenendo un mutuo, quindi progettando e acquistando la motonave “Solo d’Oro” facendo la spola tra Milazzo e le Isole Eolie e organizzando varie gite turistiche“.
Un progetto continuanto fino alla notte del dicembre 2014. Poi l’atto intimidatorio.
“La motonave veniva integralmente demolita da un vile attentato incendiario. Andavano in fumo tutte le fatiche e i risparmi di una vita – prosegue – . Ricordo ancora oggi le colonne di fuoco, impetuose come la paura e la disperazione che si leggeva negli occhi di noi tutti. Sin da subito manifestammo i nostri sospetti alle Autorità locali che tempestivamente presenziarono sui luoghi. Sospetti poi confermati dagli sviluppi giudiziari“.
“Abbiamo fatto fronte, indebitandoci, all’acquisto di una nuova nave, cercando di ripartire senza perderci d’animo – continua il racconto -. Oggi che il nostro sacrificio ha avuto risposta con un significativo gesto da parte dello Stato, mi sento in dovere di riconoscere il giusto merito a tutti coloro i quali ci hanno dato fiducia, invitandoci a non perdere mai la speranza e soprattutto di gridare a gran voce quanto sia utile e giusta la Legge 44 del 1999, norma emanata a tutela e favore delle imprese vittime di estorsione e usura”.
“Non dimenticherò mai la grande emozione provata nel 2016 durante la mia testimonianza all’incontro delle Associazioni Antiracket nazionali, tenutasi presso la Base della Marina Militare, nella zona falcata di Messina, alla presenza del Comandante Generale dei Carabinieri, Gen. Tullio Del Sette, e i massimi vertici istituzionali nazionali”.
“Dopo aver raccontato con grande emozione la mia storia, le lacrime agli occhi, mi sono stretto in un abbraccio forte con il Comandante provinciale dei Carabinieri di Messina, il Colonnello Mannucci Benincasa e il Comandante della Compagnia di Milazzo, il Capitano Ruotolo. Con me, il sempre presente e ormai considerato un fratello, Pippo Scandurra”.
“Ma soprattutto, non ultimo, mi sento di dare il giusto e grande riconoscimento allo Stato, per aver dimostrato di esserci sempre, dando risposte cosi significative a noi cittadini onesti e lavoratori. Per questo sentimento di riconoscenza che provo e che mi riempie il cuore di gioia, sento il bisogno di farvi sapere che in qualsiasi momento, luogo o tempo io ci sono e ci sarò. Da oggi la mia motonave, in aggiunta al suo nome “Sweet Harmony“, presente nei registri navali, sarà per tutti “SOS Impresa”, la nave della Rete per la Legalità” conclude.
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