La storia del residence Kartibubbo secondo Vito Roberto Palazzolo
Uno dei cassieri della mafia, Vito Roberto Palazzolo racconta gli affari con i politici collusi che si riferiscono a fatti lontani, che potrebbero dare nuova luce a improvvise scalate economico finanziarie.
Nei verbali dell’interrogatorio del faccendiere di Terrasini arrestato dopo una lunga latitanza in Sudafrica c’è la storia del costruttore monrealese Calcedonio Di Giovanni, i cui beni, per circa mezzo miliardo di euro, sono stati sequestrati dalla DIA comprese le villette nel villaggio vacanze Kartibubbo a Campobello di Mazara.
Ed è proprio Kartibubbo il collegamento fra Di Giovanni e Palazzolo, che per decenni si è dedicato al riciclaggio dei capitali mafiosi. Dal riserbo degli inquirenti sono filtrate soltanto le dichiarazioni inserite in due verbali depositati presso la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Palazzolo sostiene che nel corso degli anni Settanta, aveva incontrato dei soci tedeschi, “imprenditori e politici”, per realizzare il complesso turistico a Campobello attraverso la Corporation Park, una delle società sequestrate a Di Giovanni.
“Erano stati frapposti diversi ostacoli burocratici – spiega Palazzolo – e il sindaco Nenè Passanante si era opposto al progetto”. A quel punto, però, sarebbe stato chiesto “un sostegno ad un certo Centineo che a sua volta si era rivolto a Nenè Geraci che incontrò Passanante”. Geraci era il boss della cosca mafiosa di Partinico. Secondo la ricostruzione di Palazzolo “le vicende si appianarono mediante i pagamenti quando si rivolsero ad un progettista di area socialista, tale ingegnere Toscano”. Parlando di “pagamenti” intende dire mazzette e lo spiega subito dopo: “I fondi per il pagamento delle tangenti vennero recuperati attraverso una sopravvalutazione dell’opera, apparentemente indicata in due miliardi e mezzo di lire mentre ne sarebbero bastati due miliardi”.
A quel punto l’ingegnere Toscano avrebbe presentato un “tale Pantalena che aveva ricevuto l’appalto per la ricostruzione del paese di Santa Fninfa dopo il terremoto del ’68”. Palazzolo ricorda che “Toscano presentò tale Vito Cusumano, onorevole socialista, che fu la persona che riuscì a risolvere i problemi autorazzativi con le tangenti”. Cusumano, anche lui nel frattempo deceduto, è stato ex sindaco di Salemi, ma soprattutto eletto deputato per due legislature e componente della Commissione lavori pubblici.
E in effetti il villaggio venne realizzato. “Il sindaco Passanante aveva proposto di cedere la società. La Campobello Park venne venduta con l’intermediazione di Nino Geraci ad un certo Calcedonio Di Giovanni.
Era il residence Kartibubbo”. Geraci ricevette 20 milioni di lire a titolo di commissione che spese per comprare una villetta in contrada Ciammartita a Trappeto, che poi sarebbe stata usato come sede dei summit di mafia: Palazzolo dice di avervi incontrato “Brusca, Bagarella, Riina, Agate e molti altri mafiosi trapanesi”.
Le dichiarazioni di Palazzolo hanno ovviamente bisogno di un riscontro probatorio, ma delineano un quadro attendibile in base alla successione dei fatti che portò alla costruzione del residence.