La sigaretta elettronica, porta d’uscita dal fumo convenzionale

La Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) ha partecipato al primo appuntamento istituzionale sulla sigaretta elettronica che si è svolto ieri presso la Sala del Cenacolo del Complesso della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina, a Roma.

Un momento di confronto e dibattito che ha visto la partecipazione di Governo, Parlamento, Istituzioni e Associazioni di categoria durante il quale si è discusso della regolamentazione e della tassazione della sigaretta elettronica in seguito alla normativa introdotta a giugno di quest’anno.

Un lungo applauso ha accompagnato e seguito l’atteso intervento del direttore scientifico di LIAF, il Prof. Riccardo Polosa: “Nel 2012 si è registrata una riduzione dei consumi del tabacco mai vista in tutta la storia della lotta al tabagismo in Italia. Questa riduzione è da imputare alla ampia diffusione della sigaretta elettronica in Italia”.

Polosa si è poi rivolto a quanti demonizzano la diffusione di questo valido sostituto delle “bionde” ricordando che: “La sigaretta elettronica non è una porta d’entrata al fumo convenzionale, ma una porta d’uscita”. Ed è solo verificando e assimilando le sempre più numerose evidenze scientifiche a favore di questi prodotti che il legislatore dovrebbe muovere il suo intento: “La normativa che si intende costruire deve ispirarsi rigorosamente a dati scientifici e non ad opinioni personali – ha continuato il Prof. Polosa – il divieto nei luoghi pubblici, se necessario, può anche essere accettato, ma non si può permettere di ostacolare il processo di evoluzione di un prodotto che se di qualità può risultare utile per la salute pubblica”.

Ricordiamo che con la Legge 99/2013 – contenente raccomandazioni sulla regolamentazione della sigaretta elettronica – oltre all’IVA, su questi prodotti graverà una pesantissima accisa del 58.5%. Un aumento che sta determinando una profonda crisi del settore, con un calo del 50% sui consumi e un impatto disastroso sul mercato, sulla filiera produttiva, e soprattutto sulla salute dei cittadini.

Questa politica fiscale miope si pone in netto contrasto con l’articolo 32 che recita «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» in quanto – per via della accisa del 58.5% – il prodotto digitale risulterà così poco competitivo rispetto alle “bionde” da scoraggiare molti fumatori che pensavano di affrancarsi dal fumo di tabacco e di migliorare il loro stato di salute in questa maniera. Ogni fumatore in più che viene scoraggiato a smettere di fumare tabacco costerà alla sanità pubblica perché ha una più alta propensione alla malattia fumo-correlata.

A tal proposito, i rappresentanti istituzionali e le associazioni intervenuti ieri si sono chiesti se la decisione del governo rispecchia davvero gli interessi della salute pubblica dato che, come dimostrano i risultati diffusi dalle numerose ricerche scientifiche, è stato dimostrato che la sigaretta elettronica è uno dei metodi al momento più popolari ed efficaci per smettere di fumare.