La Sicilia, ad oggi, è la prima regione italiana per numero di aziende e beni immobili sottoposti a misure di prevenzione patrimoniale di tipo ablativo, quali il sequestro e la confisca. In particolare, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ad oggi sono 1.487 le aziende siciliane confiscate, pari al 30% del totale italiano (4.915). Percentuale che sale al 39,5% quando si parla di beni immobili (16.947 sui 42.875 di tutta Italia). Il primato siciliano si conferma, ahimè, anche sul fronte dei procedimenti giudiziari in gestione (1.395 sul totale nazionale di 4.734, pari al 29,5%). Chiudono il podio, con meno della metà dei procedimenti, la Campania (674) e la Lombardia (609).
Sono questi i numeri emersi oggi in occasione dell’incontro “Prevenire per non reprimere: misure di contrasto a infiltrazioni criminali e corruzione” organizzato da Sicindustria e Federmanager Sicilia Occidentale e che si è svolto presso la Sala convegni di Sicindustria.
“E’ evidente – ha detto in apertura dei lavori il presidente di Sicindustria Palermo, Giuseppe Russello – che la sfida è quella di diffondere la cultura della prevenzione e della gestione dei rischi adottando una logica che non sia improntata all’adempimento cartaceo, ma al reale supporto del business: dalla selezione di fornitori e partner affidabili sotto il profilo economico, produttivo e reputazionale, alla scelta di collaboratori con adeguate professionalità necessarie a gestire la complessità delle attività aziendali quotidiane. Non a caso Sicindustria, qualche mese fa per mano del nostro compianto Gregory Bongiorno, ha siglato un protocollo di intesa con il Dems dell’Università di Palermo proprio per inserire nel circuito aziendale laureandi e laureati specializzati nella gestione della compliance e dei modelli di organizzazione 231 per la prevenzione dei rischi e delle contestazioni di reato”.
“Alla luce dei numeri che caratterizzano la nostra regione – hanno aggiunto Ferdinando Pedone e Luca Ebreo, rispettivamente presidente e componente del consiglio direttivo di Federmanager Sicilia Occidentale – è assolutamente urgente adottare strumenti di prevenzione che riducano il rischio di infiltrazione criminale e corruzione con un approccio integrale, sistemico e interdisciplinare. In quest’ottica, è necessario formare e servirsi in azienda di responsabili della conformità, in grado di organizzare l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di un’impresa con un approccio di ecologia integrale, ossia di miglioramento continuo della prestazione economica, innovativa, ambientale, etica e sociale”.
E sull’estrema importanza delle misure di prevenzione patrimoniale si è soffermato il presidente della Sezione I Penale e misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Raffaele Malizia: “Sono una componente essenziale nel contrasto alla criminalità organizzata e, in genere, a tutte le forme di illecito arricchimento. Lo sono da 40 anni e rappresentano uno strumento irrinunciabile ancor di più in un momento come quello attuale in cui vi sarà un afflusso di risorse senza precedenti. Gli allarmi provenienti da più parti sulla necessità di mantenere alta l’attenzione e la vigilanza su queste situazioni è estremamente attuale”.
All’incontro, moderato dal giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro, hanno preso parte anche Michele Vitali, componente Advisory Board di Transparency Italia; Padre Giuseppe Buffon, decano della Pontificia Università Antonianum e Paola Pastorino, presidente Associazione Manager WhiteList. Importanti le testimonianze di Silvia Bongiorno, presidente e responsabile area compliance di Agesp spa, una delle prime aziende ad essersi dotata in Sicilia del modello 231; di Giuseppe Todaro, amministratore OSP e presidente Rap; Alessandro Virgara, amministratore giudiziario e Rosa Laplena, esperta di governance dei beni sequestrati e confiscati.
– foto: ufficio stampa Sicindustria
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