Sotto torchio nella caserma dei Carabinieri un giovane che potrebbe aver avuto un ruolo nell’aggressione ad Aldo Naro il giovane morto dopo un litigio durante una festa in maschera per il Carnevale, degenerato n rissa e pestaggio a calci e pugni. E’ stato proprio calcio alla nuca mentre era a terra, secondo i risultati dell’autopsia, ad uccidere Aldo Naro, il giovane siciliano figlio di un colonnello dei carabinieri, appena laureato in Medicina con 110 e lode.
Aldo era seduto a un tavolo con la fidanzata ed una decina di amici e amiche in uno dei tre privè in cui era stata suddivisa la discoteca Goa alla periferia di Palermo. Nel tavolo vicino un altro gruppo gruppo di ragazzi che ridevano e scherzavano un po’ su di giri: poi il contatto con un cappellino preso per scherzo e non restituito.
La situazione è presto degenerata e dalle parole si è passati a spinte, pugni, calci: Aldo Naro è finito per terra ma il suo aggressore non si è fermato continuando a colpire fino al calcio al collo che, secondo i medici, è stato fatale.
I suoi amici si sono subito resi conto della gravità delle sue condizioni chiamando il numero di pronto soccorso 118: ma, nonostante l’ambulanza sia arrivata in tempi brevi e i parasanitari abbiano tempestivamente intubato il ragazzo per consentirgli di respirare, la corsa al pronto soccorso dell’ospedale palermitano di Villa Sofia è stata inutile e Aldo è morto senza riprendere conoscenza.
Adesso i carabinieri stanno verificando i filmati delle 26 telecamere interne al locale per ricostruire l’accaduto e secondo fonti investigative, l’aggressore sarebbe stato individuato e identificato.
Originario di San Cataldo in provincia di Caltanissetta il giovane, dopo il brillante esame di laurea si era iscritto al corso di specializzazione in cardiologia, sempre all’Università di Palermo: un sogno che coltivava fin da bambino e non potrà più realizzarsi. Per un cappellino. E per la cieca violenza che ogni tanto si scatena senza un vero motivo.
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