PALERMO – “Il governo che nega il confronto al sindacato, gli toglie l’aria per respirare”. Non usa mezzi termini Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, mentre dal palco del Politeama di Palermo ripete che “la Regione deve sentire l’urgenza e il dovere di attrezzarsi con una strategia anticrisi e per far fronte all’emergenza economica e sociale. È questo il nostro unico obiettivo. Nessuno può darci lezioni di riformismo”. Parole non dissimili da quelle di Michele Pagliaro, numero uno della Cgil siciliana, che aprendo la manifestazione unitaria dei confederali, stamattina, in un teatro gremito di oltre mille delegati di ogni settore e di tutte le province dell’Isola, aveva detto che “il sindacato non è contro, è per un progetto condiviso e riformista per il lavoro e lo sviluppo. Al presidente della Regione diciamo che deve ascoltarci”. E anche Claudio Barone, segretario della Uil Sicilia, ha tenuto a rimarcare che “noi non abbiamo governi amici o nemici. Siamo per le risposte concrete alle domande di sviluppo. Ma sappia il governo che se non le fa con noi, le riforme, saremo noi a guidare la rivolta sociale che monta”.
Insomma, ha parlato con una voce sola stamani il sindacato siciliano, in un teatro nel quale è stato presente per un po’ anche l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi. E dal quale più di una volta si sono levate urla che invocavano la mobilitazione generale. Ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani che affollavano platea e palchi, Cgil Cisl Uil hanno dato la parola. Ne è venuto fuori un vissuto di tensioni, preoccupazioni e vertenze emblematici della crisi economica e sociale che la regione vive. Così, Dioniso ha puntato il dito contro “quel nodo strutturale da sciogliere, che è la questione dei rifiuti. In Sicilia la raccolta differenziata è un miraggio”, ha denunciato. Rosy ha scoperchiato il pentolone dei call center raccontando di Almaviva, la principale società italiana del settore, e dei suoi 4.800 lavoratori a rischio in Sicilia. “Crocetta non ci ha mai convocati”, ha lamentato. Gaetano ha acceso i riflettori sui poli petrolchimici dell’Isola: da Milazzo a Priolo ad Augusta a Gela. “Vogliamo solo – ha sostenuto – che si rilancino investimenti, produttività e competitività, ma nel rispetto dell’ambiente”. “Non ci piace il meglio malati che disoccupati”. Poi è stata la volta di Giovanni, che ha parlato di una delle vertenze calde del momento: la formazione professionale regionale. “È la politica miope e clientelare che ne ha causato l’esplosione”, ha affermato sottolineando che “da anni il sindacato siciliano attende la riforma del settore ma che nessuna riforma si farà sulla pelle dei lavoratori”.
Ma momento clou della giornata, sono stati gli interventi dei segretari generali regionali. Bernava ha richiamato “l’alleanza sociale che portò in piazza a Palermo l’1 marzo di un anno fa, contro l’immobilismo dell’ultimo governo Lombardo, 25 mila tra lavoratori e imprenditori”. “Quell’alleanza in Sicilia ha anticipato il Paese”, ha sottolineato. Quanto a Crocetta, “negandosi al confronto ci insulta. Sappia che non saremo mai tappetini di questa politica. Chiediamo solo una strategia per lo sviluppo produttivo e misure per far fronte all’emergenza, a sostegno di chi rischia il posto, delle famiglie povere, dei non-autosufficienti”. Pagliaro ha parlato di “un progetto di ampio respiro che abbia come cardini il risanamento dei conti, le politiche per il lavoro e lo sviluppo, il welfare, le tutele sociali”. Barone ha insistito sull’urgenza di “far ripartire l’edilizia, di pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni. Di accelerare la spesa dei fondi Ue”.
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