Lino Aiello, candidato al consiglio comunale con Enzo Bianco, parla ai microfoni di Sicilianews24, della sua candidatura e dei punti focali per rilanciare la città e spiega: “ E’ importante che l’amministrazione attenzioni le periferie e i cittadini più bisognosi”.
Perché ha deciso di candidarsi?
Ero stanco di assistere passivamente, dovevo impegnarmi personalmente per dare un futuro a questa città dove la vecchia politica ha evidentemente fallito
Lo scenario nazionale è molto confuso e a farla da padrone sembra essere l’antipolitica e l’astensionismo.
Ma noi abbiamo trentanni nn possiamo smettere di credere nel fututo e nn possiamo continuare ad immaginarci un futuro così.
La mia candidatura nasce dal desiderio di cambiare la politica tradizionale. Siamo semplicemente persone che vogliono cambiare le cose in meglio.
Come può cambiare la politica oggi?
Io penso ad una politica collaborativa, che deve partire dai cittadini.
Abbiamo creato una squadra di giovani, ma anche di persone più avanti negli anni ma con delle menti giovani, che pensa al futuro. Queste persone, nonostante tutto, ci credono. La politica per me va fatta con i cittadini, sulla strada e con le persone comuni. Non è fatta solo di premi o poltrone come ormai ci hanno abituato a pensare.
Ecco perché la mia candidatura, io rappresento solo la voce di un gruppo di persone che ha ancora voglia di cambiare in meglio questa città.
È vero noi siamo il nuovo, alcuni tra gli altri candidati hanno detto in giro che non serviva a niente votare uno alla sua prima candidatura a me sembra vero il contrario: visti i risultati raggiunti finora, non vale la pena di rivotare sempre gli stessi!
Quali sono le priorità per Catania e i catanesi?
Sicuramente pensare a delle misure per le famiglie bisognose. La mia candidatura viene principalmente dai quartieri periferici della città dove la gente oggi fa fatica anche a portare a tavola un pezzo di pane.
Ci vuole un aiuto per chi non ha una casa. In città ci sono molti appartamenti vuoti e questo non è giusto. Magari qualcuno è anche costretto a dormire sotto un ponte con la sua famiglia. Bisogna allora incentivare le famiglie, quelle che non ce la fanno e non lasciarle sole di fronte a questa cirsi economica.
Altro punto essenziale decentralizzare la città,riportare l’interesse dell’amministrazione dove è giusto che stia: nelle periferie.
Sono queste, infatti, i luoghi più popolosi della nostra città dove mancano anche i beni essenziali e di prima necessità come la luce per le strade la sera o le strade stesse che spesso sono pericolosissime e impraticabili.
Ci illustra i punti più importanti del programma?
1. Sicuramente turismo. Per una città come Catania è impensabile non avere una piano di sviluppo del settore turistico, dobbiamo puntare sulle nostre eccellenze architettoniche, naturali ma anche semplicemente enogastronomiche e artistiche. Qualche gg fa in giro per la città ho incontrato una cantina che organizzava un ciclo di eventi per turisti legati alla raccolta dei prodotti agricoli, ecco innovative forme di turismo che possono svilupparsi anche con poco.
Per questo io penso che giovani e turismo siano due elementi strettamente collegati in quanto il turismo ormai si può esprimere in mille modi e i giovani catanesi hanno sempre dimostrato di essere oltre che accoglienti anche creativi e dinamici.
2. A tal proposito penso che l’amministrazione debba anche cominciare a concedersi un po’ di più ai cittadini, in un momento in cui c’è davvero poco e le risorse scarseggiano dobbiamo mettere ciò che abbiamo al servizio di progetti di sviluppo credibile. Ecco che le idee innovative e costruttive dei cittadini è giusto che trovino il supporto dell’amministrazione.
L’amministrazione ha molti spazi, locali e immobili inutilizzati e che spesso vengono vandalizzati potrebbero essere invece resi disponibili per progetti seri di sviluppo, anche attraverso affidamenti temporanei ai privati.
3. E poi ci sono cose anche molto semplici che però aumenterebbero subito la qualità della vita dei cittadini come per esempio la rete wifi gratuita nei maggiori luoghi di incontro dei giovani per permettere a tutti la navigazione su internet. E nn mi riferisco solo alle piazze del centro ma anche a luoghi di aggregazione naturale delle periferie dove i giovani spesso non hanno nessuna finestra sul mondo e su quello che accade fuori dal proprio quartiere.
O ancora la semplificazione della macchina burocratica, attraverso una azione di informatizzazione che permetta ai cittadini di avvicinarsi all’amministrazione e non percepirla come nemico.
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