La Luna non è l’unico satellite naturale che accompagna la Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole. Esiste una seconda luna. Un piccolo corpo celeste, del diametro di appena 5 chilometri, che disegna attorno al nostro Pianeta un’orbita simile a un arabesco, talmente anomala da arrivare a sfiorare anche quelle di altri due pianeti, Marte e Venere. Il suo nome non è romantico (si chiama 3753 Cruithne), derivato da un leggendario popolo della Britannia nell’Età del Ferro.
Gli astronomi conoscono questo piccolo corpo roccioso da più di dieci anni. È stato, infatti, descritto per la prima volta sulla rivista scientifica Nature in uno studio del 1997, a firma degli astronomi Paul Wiegert e Kimmo Innanen, della York University in Canada e Seppo Mikkola, dell’University of Turku in Finlandia. Ma solo di recente gli studiosi hanno iniziato a comprenderne a fondo le caratteristiche. “Questo quasi-satellite si muove in risonanza con la Terra, la cui gravità – spiega su “New Scientist” Martin Connors, astronomo presso l’Athabasca University in Canada, ed esperto di asteroidi – modifica la posizione del corpo celeste come un adulto fa dondolare un bimbo su un’altalena”.
L’orbita di Cruithne è talmente allungata che impiega 770 anni per completare il suo viaggio intorno alla Terra. Per questo, gli esperti preferiscono etichettarlo come “quasi-satellite”. Proprio a causa della sua particolare orbita, diversa da quella ellittica tradizionale, questa seconda luna, però, non è mai visibile dalla Terra, né a occhio nudo, né coi telescopi. E questo riduce notevolmente il suo fascino rispetto al satellite per antonomasia, quello con la “L” maiuscola. Ma non la sua importanza per gli astronomi. Secondo quanto riportato dal sito della Smithsonian Institution Usa, infatti, l’orbita anomala di questa seconda luna terrestre potrebbe rappresentare un “ideale banco di prova per capire come si è formato ed evoluto il Sistema solare, plasmato dalla forza di gravità.
Gli asteroidi e gli altri corpi celesti rocciosi simili a Cruithne sono da tempo oggetto di studio da parte di astronomi e planetologi, perché riportano indietro le lancette del Sistema solare fino alle sue origini. In queste ore, ad esempio, la sonda della Nasa “Dawn” incontra il più grande corpo roccioso della cosiddetta “cintura degli asteroidi”, il pianeta nano Cerere. Inoltre, in prospettiva di un futuro sbarco su Marte, tra le tappe intermedie che la Nasa ha in programma di realizzare c’è proprio la cattura di uno di questi asteroidi con una sorta di lazo da “cowboy”, per spingerlo intorno all’orbita della Luna e poterlo così studiare da vicino.
In quest’ottica, anche Cruithne potrebbe essere protagonista di un futuro sbarco.
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