La morte di un neonato di Bronte a Messina, riapre la polemica sui punti nascita
Catania – Un altro presunto caso di malasanità, si sarebbe verificato in Sicilia Orientale, dopo la morte di Nicole che ha terremotato il servizio sanitario regionale portando sull’orlo delle dimissioni l’Assessore Lucia Borsellino, per la quale è stata presentata una mozione di censura dall’opposizione all’ARS.
L’uso del condizionale è d’obbligo poiché, secondo l’esposto presentato dal legale di una partoriente, il neonato morto sarebbe stato effettivamente trasportato in più ospedali, ma le sue condizioni alla nascita erano molto critiche.
Mattia questo il suo nome, era nato il 20 gennaio scorso, il giorno dopo che la mamma era stata trasferita dall’ospedale di Bronte all’Umberto I di Siracusa, maggiormente attrezzato per i parti prematuri. Il piccolo, infatti, è venuto alla luce dopo una gestazione di sole 24 settimane e pesava alla nascita appena 840 grammi.
Sarebbe stata una infezione vaginale a determinare il parto prematuro e, dopo 37 giorni di permanenza nella struttura siracusana Mattia è stato trasportato d’urgenza a Messina, dove è spirato il giorno dopo.
Per il momento le analogie con il caso Nicole riguardano solo il passaggio in tre reparti di neonatologia di ospedali diversi, avvenuto peraltro in un arco temporale molto ampio che non lascerebbe pensare a decisioni prese sull’onda di una emergenza.
L’esposto dell’avvocato della famiglia di Mattia, Dario Pastore, ha fatto scattare un’inchiesta giudiziaria che dovrà stabilire se il decesso del piccolo sia avvenuto a causa di un’assistenza sanitaria non conforme ai protocolli o se, invece, la morte sia dovuta esclusivamente alle sue condizioni seriamente compromesse già al momento del parto.
Sarà dunque l’autopsia a chiarire la vicenda, destinata a fare clamore perché relativa ad un settore, la neonatologia, nell’occhio del ciclone per la ristrutturazione (leggasi tagli di posti letto) a cui è stato sottoposto.