La polemica politica non ha fermato la festa del Palermo Pride, anzi ha unito la gente e le istituzioni. In corteo si sono visti sfilare anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’ex sindaco Leoluca Orlando e anche l’attore Beppe Fiorello molto legato alla città e paladino dei diritti della comunità Lgbtqia+. “Sono qui perchè bisogna esserci, oggi più che mai”, ha dichiarato l’attore. E’ stata una festa di colori e musica come ogni anno. In primo piano l’impegno della comunità per tutelare il diritto ad amare chi si vuole e quello delle famiglie arcobaleno che oggi più che mai sono minacciate dalla linea politica del governo in carica. Un’attenzione particolare anche al tema della guerra.
Alla vigilia del corteo era esplosa un polemica in Comune tra il vicesindaco e il sindaco. Carolina Varchi, capogruppo di Fratelli d’Italia della commissione Giustizia della Camera dei deputati, si è dichiarata contraria al patrocinio per l’evento. La Città metropolitana ha promosso il Pride con un contributo di 10 mila euro, mentre il Comune ha dato il patrocinio. “Prendo nettamente le distanze dal patrocinio concesso al corteo del Pride e alle manifestazioni collaterali che si svolgeranno a Palermo – dice Varchi -. Non ha alcun senso concedere questi patrocini a manifestazioni che hanno una chiara connotazione politico-ideologica, schierandosi apertamente contro il governo nazionale e, più in particolare, difendendo la pratica aberrante della surrogazione di maternità, attaccano apertamente una proposta di legge che già dalla scorsa legislatura come Fratelli d’Italia portiamo avanti e della quale, peraltro, io sono prima firmataria e relatrice in Parlamento” aveva dichiarato.
“Il mio compito – ha dichiarato il sindaco – è interpretare il sentimento di una città, non di una coalizione. Il sindaco diventa un garante della città, dei diritti civili e della libertà delle persone, deve rappresentare tutti i cittadini quelli che ti hanno votato quelli che non lo hanno fatto. Interpretare non il pensiero dominante ma le sensibilità differenziate della comunità che si è chiamati a rappresentare, come un pater familias, non è un tema di confronto politico ma di opinioni, culture e sensibilità. Si parla di scelte delle persone, quindi siamo al di fuori e al di sopra di un recinto politico”.
“Varchi interpreta una posizione propria del suo partito assolutamente nota – conclude Lagalla – ma, ripeto, il sindaco deve assumersi una responsabilità speciale perché si tratta di vicende che riguardano la dignità, la libertà delle persone e le loro sensibilità”.
Anche Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega e questore dell’Ars, è vicino al sindaco. “Ogni richiesta sul riconoscimento di diritti va ascoltata. Personalmente ritengo che l’adozione e il concepimento di figli riguardino l’unione tra l’uomo e la donna. Tuttavia credo che in un’occasione come il Gay pride di Palermo sia utile tralasciare le polemiche e rispettare le posizioni di tutti, a partire da quella del sindaco, che da primus inter pares e da primo cittadino ha il diritto-dovere di accogliere tutti e non negare le istanze di nessuno. Ciascuno rimane della propria idea, nel rispetto delle posizioni altrui, nella consapevolezza che la libertà di ciascuno finisce, dove inizia la libertà degli altri”, afferma.
A rafforzare la posizione del primo cittadino anche il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Gianluca Inzerillo. “Desidero esprimere piena sintonia con quanto dichiarato dal Sindaco Lagalla in riferimento al Palermo Pride e condivido la posizione dello stesso, in quanto moderata e rispettosa dei diritti di tutti e di ciascuno.
Soprattutto per chi amministra, su questi temi occorre andare al di là delle ideologie partitiche e concentrarsi sulla tutela delle libertà personali. Per questa ragione ero tra i primi sottoscrittori dell’ordine del giorno presentato in consiglio comunale avente ad oggetto il contrasto all’omofobia, l’adesione del consiglio al Palermo Pride e la tutela dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali.
Ritengo infatti che sia arrivato il momento di andare oltre questo scontro e prendere atto che la società si è evoluta e che ogni palermitano e ogni palermitana ha il diritto di sentirsi riconosciuto nell’esercizio de propri diritti nella propria città”.
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