ROMA – Il deterioramento della qualità della classe dirigente riguarderebbe anche la mafia che sul fronte dell’immigrazione sarebbe ancora più avanti dello Stato: avrebbe infatti concesso la “cittadinanza mafiosa” a stranieri e, addirittura, nomadi inserendoli nella propria organizzazione. Lo si legge nella relazione periodica che la Direzione Investigativa Antimafia ha consegnato al Parlamento. Nei ruoli apicali di Cosa nostra ci sono persone “dal curriculum criminale privo di background” e senza la “leadership che connotava gli storici capi clan”. Insomma l’organigramma della mafia siciliana, “sempre militarmente connotato, subisce periodiche mutilazioni dovute “al crescente arruolamento di manovalanza straniera e, perfino, di nomadi.
Dalla relazione non si evince quali siano gli eventi in cui è stata usata questa manovalanza straniera e se il rapporto sia diretto con l’organizzazione criminale. Si era pensato infatti che la mafia avesse dato talvolta il permesso di agire a bande straniere, purchè non disturbassero gli interessi degli indigeni, ma non che gli stranieri potessero entrare dentro l’organigramma.
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