L’Acqua potabile diventa oro blu e sara’ privatizzata
La cercano sulla Luna, la cercano su Marte, la cercano su Venere e dove ce n’è tanta e buona la inquinano e la rendono inutilizzabile.
“La cercano sulla Luna, la cercano su Marte, la cercano su Venere e dove ce n’è tanta e buona la inquinano e la rendono inutilizzabile.” Così scriveva un paio di anni fa Paolo D’Arpini della Rete Bioregionale Italiana in un articolo in cui denunciava i modi disastrosi in cui viene gestita la risorsa vitale: ‘Acqua’ che pur non aumentando nè decrescendo sin da quando il pianeta è abitabile ed ospita la vita, viene ridotta sempre più nella sua forma utilizzabile, ovvero l’acqua non manca quel che manca è l’acqua potabile. “E’ con questo meccanismo diabolico – continua oggi Paolo D’Arpini – che le multinazionali si preparano a sfruttare l’oro blù, l’elemento di cui nessun essere umano e vivente può fare a meno. Ed anche in Italia, malgrado il referendum, in modi striscianti la privatizzazione procede, in forma di nuove licenze minerarie per acqua minerale, in forma di aumento delle tariffe dell’acqua pubblica, in forma di sfruttamento inconsiderato delle falde e delle sorgenti, in forma di inquinamento di tutte le acque di superficie.” “Si arriverà al punto che l’acqua potabile residua sarà talmente poca che per forza di cose sarà venduta a peso d’oro e perciò di fatto ‘privatizzata’.”
Tra l’altro anche a livello geo-politico i nuovi giacimenti ricercati (fonte di ricchezza futura) non sono più quelli del petrolio, gas o minerali, bensì quelli delle falde profonde dell’acqua. Se non si opera immediatamente per il riuso delle acque bianche, per la depurazione delle nere e per il risparmio idrico, quel momento si avvicinerà sempre più, in barba alla volontà popolare che ha stabilito che l’acqua è un bene comune.