Nell’ultima votazione che ha visto l’approvazione della legge elettorale (già firmata dal Presidente Mattarella), le opposizioni hanno fatto ricorso a due strategie: la prima, quella della richiesta dal voto segreto dal voto segreto per “sdoganare” altri possibili dissidenti dell’ala estremista del PD; la seconda, quella della scelta dell’Aventino per evitare che elementi dell’opposizione, nel segreto dell’urna, come era ipotizzabile, avrebbero potuto dare il voto favorevole all’Italicum. Ma questa strategia, di consumato utilizzo, hanno appena scalfito, per l’esigua portata numerica, i numeri previsti per l’approvazione. Finalmente, ora, dopo 63 governi di sessant’anni di Repubblica; con questa legge, anche se non perfetta, ma accettabile, si è raggiunto l’importante traguardo, del quale si sentiva la necessità, che è quello di assicurare, al paese, la governabilità. Finiti gli inciuci, chi vince le elezioni va a governare per cinque anni con larga e inattaccabile maggioranza.
I detrattori a 360 gradi di Renzi, e del suo programma per cambiare l’Italia, seriamente preoccupati per il loro futuro politico, blaterano e continuano a farlo, con disonesta culturale e pregiudizi ideologici, non solo sulla incostituzionalità della legge, ma anche su un presunto vulnus della democrazia. Se è vero che l’Italicum “odora di presidenzialismo” perché aumenta i poteri del Premier; è anche vero che non c’è vulnus alcuno sulla democrazia perché il partito o la coalizione che vince vengono scelti dal popolo con i criteri e le regole previsti dalla legge. Ma non solo: l’approvazione di questa legge va oltre le sue legittime finalità perché costituisce la “cartina di tornasole” che dà certezze, al premier Renzi, di poter continuare nell’azione del Governo mirata ad attuare le riforme strutturali necessarie per la ripresa e il rilancio della economia.
Per i suddetti motivi, la nuova legge elettorale voluta e caparbiamente perseguita da Renzi, senza cedimenti e senza modifiche per evitare un nuovo passaggio al Senato, dove la maggioranza è più risicata; oltre che a essere una delle riforme più importante, assume carattere di “prodromo” per tutte le altre che sono in programma e in itinere. I tanti criticati comportamenti di Renzi, tacciato anche di arroganza e di cesarismo, non sono frutto di atteggiamenti mentali distorti e psichicamente censurabili, ma di legittima e giustificabile reazione, ferma e decisa, all’atteggiamento radicale dell’opposizione che rifiuta, tout court, il confronto costruttivo e la dialettica politica, per perseguire un unico e delirante scopo: quello di sferrare il colpo mortale al Governo Renzi senza prendere in considerazione l’opportunità o meno di farlo nel momento più delicato che il paese sta attraversando.
All’opposizione resta, ora, come annunciato, l’ultima carta da giocare: il ricorso al referendum popolare per l’abrogazione della legge. Se questo avverrà, il risultato è fortemente aleatorio. Auguri
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