Categories: Rugby Palermo

Italia-Francia under 20

di Filippo La Torre

Palermo, 4 Feb. – Ancora mi entusiasmo. Ancora su una corriera e mi dovrei sentire il più vecchio perché anagraficamente lo sono. Sto accanto all’autista, un giovane ma giovane in tutto, che guida la corriera come un pilota dell’aviazione militare russa riciclatosi alla WindJet con la convinzione che può ancora avere, oltre a un buono stipendio, la possibilità di solcare i cieli a bordo di un caccia.

Tutti bravi a indicare la strada fino all’uscita dell’autostrada direzione Caltanissetta. Non ci sono possibilità di errore, la corriera come gli asini antichi riconosce l’odore della strada dall’asfalto. Nessuno è bravo oltre, siamo in ritardo e ognuno suggerisce un percorso alternativo: ma tutte le strade portano a Roma, non a Caltanissetta.

Marco Di Santo s’improvvisa moderno condottiero ma perde la chance dell’ultima curva, a causa di un liquido rossastro dal sapore di acqua rugginosa (Stan Laurel o Oliver Hardy?) che fluttua tra anse e villi.

Beppe Turco ondeggia nelle sue indicazioni e i suoi dubbi rendono la corriera una barca tra i marosi, TomTom riceve un rutto acido in faccia che gli annebbia il display e per poco non ci fa arenare in aperta campagna.

Il caso, soltanto il caso, ci viene in aiuto mostrandoci una moderna stella cometa che nel buio della città di Caltanissetta ci attrae come un magnete. E la corriera va, alla ricerca di un rettangolo di gioco, di erba verde, illuminato da quattro gigantesche statue della Libertà. E Manhattan è lontana.

Non c’è tanta gente tra gli spalti e fa freddo. Tra il primo e il secondo tempo di un incontro, che tutto sommato vale il prezzo del biglietto, una lapa posteggiata nel piazzale parcheggio riscalda gli animi e lo stomaco con mafalde ammataffate di panelle che per la fretta non possono godere di una cottura ottimale.

Il gestore della lapa trova tanti consensi, non ha nemmeno tempo di rinnovare l’olio e puoi anche immaginare di avere il dono dell’ubiquità e di trovarti a Gela. Uno scampolo di rugby, povero perché solitario, al centro della Sicilia. Rimane il desiderio, forse ambizione, di diventare caput mundi.

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