ROMA (ITALPRESS) – “La curva sta decrescendo sia per quanto riguarda i casi sintomatici che i positivi. Ed anche la curva dell’occupazione di posti letto nell’area medica e terapia intensiva si sta appiattendo. La situazione in Italia è a metà, regioni dove l’incidenza mostra una decrescita e alcune regioni che mostrano una crescita. In questa fase ci aspettiamo una riduzione progressiva dei casi.
Ma la realtà italiana è diversificata”. Dopo settimane di cattive notizie, sul fronte della pandemia qualcosa comincia a cambiare, almeno a sentire in conferenza stampa Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, rispettivamente presidente dell’Istituto superiore della sanità e del Consiglio superiore della sanità. Ma guai pensare ad un “liberi tutti”. “Dieci regioni sono a rischio alto da diverse settimane, dobbiamo fare in modo che rapidamente decrescono. Dobbiamo ridurre le interazioni, rispettare le distanze e limitare al massimo nelle proprie abitazioni gli assembramenti. L’unico modo per ridurre i casi è di avere un rt sotto l’1” ha avvertito Brusaferro.
Numeri buoni sì, che offrono speranze, ma che non giustificano l’ipotesi di un Natale normale, fatto di cenoni, ricongiungimenti familiari e abbracci. Ed anche la Messa dovrà rispettare condizioni nuove. “La celebrazione del Natale – è il parere di Franco Locatelli – dovrà essere resa compatibile con le misure concordate con la Cei per evitare che possa tradursi in una generazione di possibili focolai di trasmissione”. Sugli spostamenti sotto le feste Brusaferro è ancora più perentorio: “Con questi numeri è difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa o forme di aggregazione e raduni sopratutto da persone che vengono da quadri epidemiologici diversi”.
Inconcepibile anche il classico veglione di Capodanno o il concerto in piazza. “Tutto quello che eravamo abituati a vedere per celebrare la fine dell’anno e l’inizio del successivo – annota Locatelli – è incompatibile con la situazione attuale, è inimmaginabile avere assembramenti nelle piazze”.
Brusaferro e Locatelli osservano con preoccupazione l’apertura degli impianti sciistici. “Movimenti che portano verso luoghi in cui ci si aggrega, che si faccia in Italia o altrove vanno evitati, vanno scoraggiati”, è il giudizio del presidente dell’Iss.
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