Intolleranza alle statine, necessario definire target e dosaggio
ROMA (ITALPRESS) – “Intolleranza alle statine: come gestire al meglio un problema”. È questo il tema al centro del dibattito organizzato in occasione del 37° Congresso Nazionale SIMG, la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie. L’incontro online dal titolo “Mmg e le problematiche cardiovascolari” era inserito nel programma “Live session” del congresso, per approfondire il tema con un confronto tra esperti e con l’interazione dei partecipanti attraverso domande e risposte. Hanno preso parte al dibattito alcuni esponenti del gruppo dirigente della Simg.
“I sintomi muscolari associati all’assunzione di statine – ha spiegato Damiano Parretti, responsabile dell’area progettuale nazionale che si occupa dei problemi cardiovascolari – rappresentano la principale ragione di non aderenza, discontinuità terapeutica o di sospensione al trattamento”.
“Possiamo dire che l’intolleranza alle statine è l’incapacità di tollerare la dose di statina necessaria per ridurre efficacemente il rischio cardiovascolare di una persona”, ha detto Parretti sottolineando come sia “importante definire chiaramente il target di una persona”.
Per uno specifico “target è prevista – ha continuato – una statina con un determinato dosaggio e dobbiamo tenere in considerazione quel dosaggio per ottenere quel tipo di risposta”. Per Ignazio Grattagliano, collaboratore delle aree scientifiche del gruppo dirigente nazionale, “il discorso del posizionamento della statina nell’ambito delle interazioni con altri farmaci, alimenti e altre sostanze, tra cui l’alcool, ci deve far riflettere sul fatto che la statina spesso viene prescritta in politerapia a soggetti anziani o comunque soggetti politrattati e quindi è facile che ci si imbatta in qualche forma di interazione metabolica. La maggior parte delle volte fortunatamente queste interazioni sono di scarsa rilevanza clinica e farmacologica, altre volte sono capaci di indurre danni talmente seri da condizionare un ricovero in reparto ospedaliero”.