TORINO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo a fianco delle persone con disabilità. In occasioni dei Giochi paralimpici invernali di Pechino, l’Istituto torinese ricorda le misure messe in campo per promuovere l’inclusione delle persone con disabilità sia all’interno che all’esterno del Gruppo come il Glossario “Le parole giuste”. A parlare delle idee e degli obiettivi della Banca in questo ambito il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. “La disabilità è soltanto una diversità delle persone, quindi Intesa Sanpaolo ritiene che questa diversità debba essere accolta e messa in grado di esprimere in pieno le proprie potenzialità – dice -. A cominciare dalle persone che lavorano con noi, che devono essere messe in grado di svolgere la loro funzione con soddisfazione propria e dei clienti. Abbiamo una sessantina di persone nel Gruppo che si occupano di lavorare in questa direzione per facilitare i colleghi”.
Gros-Pietro sottolinea che “abbiamo un fondo di beneficenza, alimentato da un accantonamento che ogni anno i soci in Assemblea devolvono, l’anno scorso sono stati 16 milioni di euro. Con questo fondo si alimentano una serie di interventi, in particolare anche quelli in direzione delle disabilità come per esempio l’autismo e le disabilità cognitive e fisiche”.Il glossario, dal titolo “Le parole giuste – media e persone con disabilità”, non parla solo di disabilità, ma di diritti.
“Noi – spiega – abbiamo sviluppato un glossario che aiuta tutti a rivolgersi alle persone con i termini giusti, che non facciano coincidere la disabilità con la persona, e che mettano ogni persona a suo agio e in situazione di poter esprimere al meglio le proprie capacità”. “Per noi – evidenzia ancora Gros-Pietro – è essenziale che l’informazione sia corretta, che l’informazione veicoli i messaggi utili alle persone. Lo facciamo anche come Banca, per i nostri clienti e per le persone che lavorano per noi, e per tutta la collettività e il territorio nel quale lavoriamo”. “La correttezza nella comunicazione è fondamentale affinchè non ci siano errori nella comprensione, ma anche – conclude – affinchè ogni persona sia messa nella possibilità di ottenere il massimo di utilità da ciò che ha a disposizione e da ciò che sa fare”.
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