‘Nel M5S troppo immobilismo politico’. Intervista a Venturino – Esclusiva per Sicilianews24

di Silvia Iacono

Palermo, 18 mag – Antonio Venturino, vicepresidente dell’Ars e’ transitato da poco al Gruppo Misto dell’Ars, in seguito allo scontro sui rimborsi degli emolumenti di oltre 2.500 euro come i suoi colleghi all’Ars. Venturino e’ rimasto con la carica di vice presidente dell’Ars e s’impregna a risolvere il problema del precariato in Sicilia.

di Silvia Iacono

Palermo, 18 mag – Antonio Venturino, vicepresidente dell’Ars è transitato da poco al Gruppo Misto dell’Ars, in seguito allo scontro sui rimborsi degli emolumenti di oltre 2.500 euro come i suoi colleghi all’Ars. Venturino è rimasto con la carica di vice presidente dell’Ars e s’impregna a risolvere il problema del precariato in Sicilia. Qualche rammarico nei confronti dell’attuale governo nazionale.

Quale crede che sia il vero motivo alla base della sua cacciata dal Movimento 5 Stelle?
“Fin dall’inizio ho sollevato alcuni dubbi sul fatto che all’interno del M5S non si stesse più parlando di politica e non si prendessero più delle posizioni serie. Il comportamento che i membri del M5S hanno avuto a Roma è stato molto discutibile. Io mi chiedo come mai un movimento che si è attestato intorno al 25% in Italia non riesce in nessun modo ad essere partecipe delle scelte della vita politica del nostro Paese. Addirittura mi chiedo come faccia un movimento come quello dei Cinquestelle con il suo attuale ‘immobilismo politico’ a cacciare la vecchia politica. Anzi proprio con il suo rimaner fermo lascia l’opportunità ai membri della vecchia guardia di tornare in campo. L’agenda politica del Governo nazionale è dettata attualmente da Berlusconi. Io ritengo che appena il leader del Pdl avrà raggiunto di nuovo alti livelli di consenso tra i cittadini, Berlusconi deciderà di staccare la spina al governo Letta lo farà senza preavviso. Nel frattempo il M5S, che ha avuto 8 milioni di persone a votarlo per vedere un cambiamento, quando è arrivato a Roma non ha fatto altro che manifestare lo scontro all’interno dello stesso partito”.

Lei cosa avrebbe consigliato all’attuale Governo in carica?
“Nel momento in cui Bersani ci ha convocati al tavolo di governo, il M5S doveva fare delle proposte in quel momento storico e portare l’ex leader del Pd ad accettarle. Sono certo che se noi avessimo dialogato con Bersani, probabilmente non avremmo perso i due mesi di governo di cui il Paese aveva bisogno. A questo punto dovremmo aspettare altri tre mesi da oggi alle prossime elezioni che io vedo vicine. Perciò penso che il M5S abbia perso un’occasione più unica che rara, quella di intervenire in un governo di coalizione quale poteva essere quello con Bersani all’uscita dalle urne. Avremmo potuto dare già delle rispose serie soprattutto alla gente che è in piazza e aspetta di vedere dove questo Paese stia andando”.

Qual è il suo più grosso rammarico nei confronti dell’attuale Governo Letta?
“Sicuramente il fatto che il M5S non è per niente rappresentato in questo governo. Ma mio malgrado vedo che Berlusconi sta in realtà trainando la politica del Paese. Tra poco tempo metterà sotto scacco Letta e il Pdl tornerà ad essere il primo partito in Italia e per molti anni ci ritroveremo ancora davanti una classe politica che noi speravamo he fosse stata messa da parte con il nostro successo alle urne dello scorso 25 febbraio”.

Lei nel frattempo è transitato al Gruppo Misto dell’Ars, porterà avanti il suo programma?
“Il fatto di non essere più nel M5S non vuol dire niente per me dal punto di vista dei programmi e degli impegni che io ho intrapreso. Io continuo a essere un cittadino al servizio dei cittadini, non è cambiato niente. Da quando sono entrato alla vicepresidenza dell’Ars mi sono occupato del problema del precariato. Fino due giorni fa ho incontrato dei precari che lavorano negli enti pubblici che avevano occupato simbolicamente la Cattedrale di Palermo. Io mi sono occupato di discutere con loro e mi sono fatto promotore dell’incontro tra questi precari e il governatore Crocetta. Queste persone paradossalmente nella nostra Regione gestiscono l’amministrazione della cosa pubblica, ma da vent’anni sono precari. In questo tempo questi lavoratori hanno accumulato il ‘know how’ senza il quale la cosa pubblica non andrebbe avanti. Con l’attuale legislatura si deve mettere la parola fine al precariato in Sicilia”.