Fino a poche ore fa circolava in rete un video ai limiti dell’assurdo in termini di violenza e crudeltà. Un uomo armato aizza tre cani, presumibilmente di sua proprietà, all’inseguimento di un gatto indifeso. Il poverino cerca di fuggire scappando il più velocemente possibile e, così facendo, riesce ad arrampicarsi su un albero trovando rifugio su di un ramo. Ma quel gatto non è al sicuro, non è in salvo, perché l’uomo, senza pensarci due volte, mentre continua a riprendere la scena, gli spara facendolo cadere al suolo, ferito e senza scampo. Per lui non c’è nemmeno il tempo di muovere un muscolo, di fare un passo verso il benché minimo nascondiglio, perché i cani, probabilmente abituati a questo tipo di attività predatoria, vanno all’attacco e si avventano sul malcapitato non lasciandogli alcuna possibilità di salvezza.
Un video raccapricciante, una sorta di macabro passatempo che quest’uomo si è scoperto portare avanti da tempo sul suo profilo Tik Tok sul quale erano presenti altri video con gatti presi di mira secondo le medesime modalità. Un gioco barbaro, sadico, che ha visto coinvolti non solo tanti gatti, ma anche cani senza colpa, cresciuti e abituati a portare avanti un’azione finalizzata unicamente a procurare divertimento all’uomo in questione.
Ma quest’ultimo video gli è sfuggito di mano, ha fatto il giro della rete troppo in fretta ed è finito sotto gli occhi di chi, da sempre, lotta in difesa degli animali.
“Non gliela faremo passare liscia. Questo cacciatore, perché non saprei in quale altro modo definire un uomo armato che si accompagna a cani chiaramente abituati a praticare questo tipo di attività, deve pagare per quello che ha fatto. La vittima non è solo questo gatto, ma anche tutte le altre creature che ha perseguitato nel corso del tempo. Oppressi, sono anche i cani che ha usato per i suoi folli scopi. È evidente che per quest’uomo si è sempre e solo trattato di un divertimento, di un passatempo meritevole di essere documentato e condiviso pubblicamente sui social. Non riesco a comprendere la mente di persone così. Spero vivamente che la nostra denuncia, per il reato di uccisione di animale, renda giustizia alle tante vittime di quest’uomo. Non possiamo permettere che passi il concetto di una bravata da social, deve essere chiaro che si tratta bensì di un atto vile che costituisce reato”, commenta Piera Rosati, Presidente di LNDC Animal Protection.
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