INPS, la chiamano ‘agevolazione killer’: la richiedi e ti sbattono in cella per 6 anni | Eppure è la più desiderata in Italia

Occhio a questa nuova agevolazione, non è da prendere sotto gamba.
L’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, offre numerose agevolazioni economiche a sostegno di famiglie, lavoratori, pensionati e persone in situazioni di fragilità. Si tratta di strumenti pensati per garantire un supporto concreto nei momenti di bisogno, attraverso contributi economici, sconti o servizi dedicati.
Tra le principali agevolazioni ci sono i bonus per le famiglie, come l’Assegno Unico Universale per i figli a carico, i congedi parentali retribuiti e le indennità per la maternità e la paternità. Sono previsti anche sussidi per le famiglie a basso reddito o numerose, oltre a contributi per l’assistenza a persone con disabilità.
Per i lavoratori, l’INPS mette a disposizione strumenti come la cassa integrazione in caso di crisi aziendali, gli incentivi all’assunzione per determinate categorie e il sostegno al reddito in caso di disoccupazione, come la NASpI.
I pensionati possono beneficiare di prestazioni integrative, agevolazioni fiscali e programmi di assistenza, oltre a servizi sanitari e termali convenzionati. L’INPS, attraverso il suo portale online, consente di consultare tutte le agevolazioni attive e presentare domanda in modo semplice e diretto.
Assegno di inclusione e limiti reddituali
L’Assegno di inclusione è una misura pensata per offrire un aiuto concreto a chi vive in condizioni economiche difficili, favorendo anche l’inserimento lavorativo. Il beneficio, tuttavia, è legato a rigidi criteri reddituali: il nucleo familiare non deve superare i 6.500 euro annui, soglia che sale a 8.190 euro in presenza di persone over 67 o con disabilità grave.
In alcuni casi, è possibile svolgere attività lavorative saltuarie, purché i compensi non superino i 3.000 euro lordi annui e siano regolarmente dichiarati.

Lavoro nero e conseguenze legali
Diversa è la situazione per chi lavora in nero mentre percepisce il sussidio. La legge impone l’obbligo di dichiarare ogni forma di reddito, anche irregolare. Chi omette questa comunicazione rischia pesanti sanzioni. Il Decreto Lavoro 2023 prevede la reclusione da uno a sei anni in caso di dichiarazioni false o omissioni, oltre alla revoca immediata dell’assegno e alla restituzione delle somme ricevute.
Il lavoro in nero è incompatibile con l’Assegno di inclusione. Essendo non tracciabile, rende impossibile verificare il reale stato economico del beneficiario, compromettendo l’equità del sistema. Chi prova a ottenere il sussidio nascondendo attività lavorative irregolari mette a rischio non solo l’aiuto economico, ma anche la propria posizione legale. Meglio cercare soluzioni trasparenti e regolari per uscire dalla precarietà.