ROMA (ITALPRESS) – Marzio Innocenti è pronto a rimboccarsi le maniche dopo l’elezione come presidente della Federazione Italiana Rugby. Un incarico che arriva nel giorno della pesante sconfitta dell’Italia nel Sei Nazioni contro il Galles per 48-7. “Non ho visto il match ma quando ho saputo che eravamo sotto 15-0 all’8′ ho capito che era una non partita. Sono consapevole del problema ma non è l’unico. I ragazzi della nazionale ci mettono la faccia ma è quello che è stato costruito prima che non va bene – spiega il nuovo numero uno della Fir in una video-conferenza – Il rugby italiano deve capire che non deve aggrapparsi all’esterno perché ha una sua tradizione e una sua identità, è questo che ci deve far restare dentro per meriti sportivi. Non siamo nel Sei Nazioni solamente per motivi economici e finanziari, abbiamo fatto delle cose buone e dobbiamo tornare a farle”. Per rilanciare il rugby, Innocenti è consapevole di non avere “la bacchetta magica” e di non essere “la soluzione al problema”, ma di dover mettere in pratica alcune idee.
A partire dalla riforma del Top 10 italiano. “Uno sport non può sostenersi senza un campionato domestico importante. Il calcio deve insegnarci tante cose, ogni settimana attira l’attenzione di appassionati, media e investitori. Vorrei fare una Superlega, in cui si entra per criteri che stabilirà la Federazione di tipo economico-finanziario, tecnico-sportivo, strutturale-organizzativo – rivela – Vorremmo strutturarla sullo stile dell’Nba con un Commissioner e un Consiglio dei proprietari che abbiano libertà e autonomia per un campionato di grande interesse. Al di sotto ci sarebbe lo sport non professionistico, in cui ci sono tutte le declinazioni del rugby: dai semi professionisti al livello ludico. Le donne? Vogliamo strutturare campionati femminili con prima e seconda divisione con promozioni e retrocessioni, abbiamo un gap importante di praticanti ma dobbiamo pensare in grande. Sono da tanto tempo in contatto con una struttura che sta cercando di mettere in piedi un circuito professionistico europeo, se sarà utile agli obiettivi della Federazione credo che porteremo una squadra di rugby professionistico in Italia”.
La Federazione avrà a disposizione circa 60 milioni nei prossimi anni in arrivo dalla Cvc dopo l’acquisto di una parte delle quote del Sei Nazioni. “Una scelta che ci sta, anche se è stato un po’ come vendersi i gioielli di famiglia. Non ho in questo momento un’idea ben precisa su cosa farne, sicuramente non verranno distribuiti ai club per risolvere situazioni spicciole – rimarca Innocenti – Dovranno essere utilizzati per progetti strutturali per aiutare il rugby a crescere ma non possiamo farlo senza una consultazione con i club. Una soluzione potrebbe essere spostare questi soldi sulle strutture, come i campi di gioco”, conclude.
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