Industria: Tajani a Catania, l’Europa punta sul Sud
Il Rinascimento Industriale europeo passa dal SudItalia e in particolare da quel Meridione capace di produrre innovazione, come accade a Catania, “che ha un tessuto industriale moderno e altamentetecnologico da potenziare ulteriormente”.
Lo ha detto Antonio Tajani, vice presidente dellaCommissione europea, nel corso della sua visita istituzionale. Dopo un incontro con il sindaco Enzo Bianco nel Palazzo degli elefanti e un confronto con i rappresentanti delle forze produttive, si è recato nello stabilimento 3Sun, nella zona industriale di Catania, complimentandosi con questo Sud capace di proporre innovazione e sul quale l’Europa intende puntare.
Tajani è infatti impegnato in un “road show” perpresentare il piano di “Rinascimento Industriale” di un’Europa che, ha detto, “non vuole essere più quella dei sacrifici ma della speranza”. Per il vicepresidente della Commissione Ue “occorre puntare sull’industria per uscire dalla crisi perché senza di essa non c’è occupazione. Ma dev’essereun’industria pulita, non inquinante, innovativa”.
Per questo, dopo 30 anni, l’Europa torna a una politicadi rilancio industriale destinando quasi un sesto del bilancio, ossia cento miliardi di euro, “per promuovere innovazione e competitività industriale e favorire l’accesso al credito, rilanciando in particolare lo sviluppo nelle regioni del Sud Italia”. E in particolare quei territori che, come Catania con l’Etna Valley, sanno proporre innovazione: “Sarà il territorio – ha detto Tajani – a decidere come ben investire i fondi:niente imposizioni da Bruxelles”.
“Bisogna chiedere alla Regione – ha aggiunto Bianco- di puntare sull’industria pulita ad alto contenuto tecnologico, sposando l’obiettivo della Commissione Europea di produrre in Europa, nei prossimi cinque anni, il 20% della produzione mondiale di microelettronica. A Catania esiste uno degli stabilimenti piùgrandi d’Europa che si trova peraltro in una zona Obiettivo Uno. Occorre quindi cogliere questa opportunità trasformandolo in una realtà pilota della ripresa, non soltanto di quel settore ma anche di altri come l’hi-tech, l’edilizia, l’agroalimentare, la farmaceutica e l’industria dell’acciaio. Si deve cambiare pagina utilizzando le opportunità delle risorse comunitarie, invertendo l’incapacità di utilizzo finora usata e puntando sui distretti, come quello del Sud est”.
“Credo molto nei distretti – ha sottolineato Tajani- e si potrebbe puntare sui ‘cluster’, distretti allargati a realtà produttive che possono anche non essere negli stessi confini dello Stato ma con i medesimi obiettivi”.
Il Sindaco ha poi ha sottolineato cinquefondamentali aspetti che frenano la crescita del territorio nel Sud Italia: gli alti costi dell’energia (1/3 di più rispetto al Nord), l’alto costo del credito, la pubblica amministrazione non sempre efficiente, la sicurezza e i trasporti, a cominciare da quell’aeroporto di Catania che, per meglio servire l’intera Sicilia, ha bisogno di una pista più lunga.
Agli interventi di Bianco e Tajani sono seguitiquelli di tutto il mondo produttivo di Catania, e non solo, con una evidente unità d’intenti: Rosaria Rotolo (segretaria provinciale della Cisl, in rappresentanza anche di Cgil, Uil e Ugl), Andrea Cuomo (3Sun), Carmelo Papa (St), Massimo Franco e Giuseppe Gianninoto (Camera Commercio Siracusa), Totò Bonura (Cna), Riccardo Galimberti (presidente di Confcommercio Catania), Francesco Bizzini (Apindustrie Catania), Silvio Ontario (ConfindustriaGiovani), Pietro Viviano (direttore dell’Ufficio Opere Marittime per la Sicilia del Ministero), Domenico Bonaccorsi di Reburdone (presidente di Confindustria Catania), Luciano Ventura (Confcooperative) e Salvatore Torrisi (Oranfresh).
All’incontro erano presenti anche i rappresentatidella Camera di Commercio di Catania, Sac, Autorità Portuale e di Confesercenti, Ance, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Legacoop, Unci, Upla-Claai, Confartigianato, Cdo, Scuola edile eCidec.