Indipendenza fra politica e magistratura, nuovo richiamo del procuratore Agueci

L’indipendenza come unità di misura dell’etica professionale dei magistrati. La necessità di rapportare la deontologia professionale al canone europeo “professione uguale impresa economica”. L’importanza dell’autoregolamentazione per frenare comportamenti scorretti e de-professionalizzazione.
Se ne è parlato ieri nell’aula magna della facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo durante il meeting su Etica e professioni intellettuali, organizzato dell’Ordine degli ingegneri, degli architetti, agronomi, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, farmacisti, medici, geometri, biologi, chimici, geologi, giornalisti, notai e psicologi. Insomma tutte le professioni.
L’intervento più atteso era quello del procuratore aggiunto presso il tribunale di Palermo, Leonardo Agueci. “La società di oggi – ha affermato – ripone aspettative sempre maggiori nella magistratura. E così pure la politica che, forse per la sua crisi di autorevolezza, chiama sempre più spesso i magistrati a ruoli di governo o istituzionali.
Il magistrato è destinato all’applicazione della legge ed è soggetto unicamente alla legge. In ciò risiedono i confini dell’etica professionale del magistrato e la sua indipendenza, grazie alla quale un cittadino sa che il giudice o il pubblico ministero davanti al quale si trova è una persona libera.
L’indipendenza – ha aggiunto Agueci – non deve subire condizionamenti per interessi personali o di carriera, per finalità economiche o politiche, né per qualsiasi altro motivo”.
All’atto della nascita del Crocetta ter c’era stata una dura polemica fra Agueci e il neo assessore regionale Vania Contrafatto che aveva risposto piccata al giudizio negativo del suo ex superiore rispetto all’entrata in politica. Ma evidentemente, Agueci non ha cambiato idea e rilancia sia pure sul piano generale.