INDIANA JONES IMPROVVISATO ARRESTATO DAI CARABINIERI A BAUCINA

Ieri a Baucina, piccolo centro dell’entroterra palermitano, i militari della locale Stazione hanno tratto in arresto un pensionato per i reati di impossessamento illecito di beni culturali e reperti archeologici appartenenti allo Stato, violazioni in materia di ricerca archeologica, detenzione illegale di arma clandestina e munizionamento, ricettazione.

Ieri a Baucina, piccolo centro dell’entroterra palermitano, i militari della locale Stazione hanno tratto in arresto Giuseppe LA BARBERA, pensionato di Baucina (1939) per i reati di impossessamento illecito di beni culturali e reperti archeologici appartenenti allo Stato, violazioni in materia di ricerca archeologica, detenzione illegale di arma clandestina e munizionamento, ricettazione.

Nel corso della perquisizione domiciliare, all’interno del garage, in un vano abilmente occultato dietro cataste di mattoni, i carabinieri hanno rinvenuto 150 reperti archeologici (vasi in ceramica, corredi funebri, lucerne, colonnette, pesi da telaio) di produzione greca, risalenti al V secolo. a.C.

Nel corso del controllo è stata anche rinvenuta una revolver cal. 38, con matricola abrasa, di 600 colpi, il tutto ben nascosto in un armadio della camera da letto, tra capi di biancheria.

La quantità e la qualità della merce rinvenuta fa ipotizzare che LA BARBERA possa essere un “tombarolo” che operi di notte, eventualmente anche armato, nel parco archeologico sito in località Monte Falcone del comune di Baucina.

Il tombarolo attraverso la sua attività di saccheggio è il fornitore della gran parte dei reperti archeologici presenti sul “mercato nero”. Si tratta di un delinquente specializzato, protagonista di veri e propri scempi, perpetrati attraverso una metodologia di “scavo non tecnico” orientata unicamente al profitto economico e incurante della registrazione scientifica del passato. I “ferri del mestiere” utilizzati dal clandestino sono spillone, metaldetector, planimetrie, cartine topografiche, radio ricetrasmittenti, vanghe, picconi, pale, ecc. e il suo “progetto di ricerca” è teso ad ottenere, nel più breve tempo possibile, la più elevata quantità di “pezzi” spendibili sul mercato nero.

I reperti trafugati dall’uomo provengono dal parco archeologico di Monte Falcone del comune di Baucina.

Il parco conserva le tracce di un insediamento ellenico, risalente al IV secolo a.C., fondato sul versante sud-orientale del Monte Falcone in seguito alla penetrazione delle colonie greche nell’entroterra. La cittadella si trovava in un punto strategico dal punto di vista commerciale, lungo la via che collegava le colonie sulla costa con Akragas (Agrigento). Ancora oggi gli appassionati di archeologia possono raggiungere l’area archeologica di Monte Falcone, dove recentemente una campagna di scavi ha portato alla luce un’intera necropoli con numerose tombe del VI e V secolo a.C. Un vero e proprio tesoro costituito da ceramiche, suppellettili e anche da resti umani ha rivisto la luce dopo ben 2500 anni.

Sul posto sono intervenuti tempestivamente i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, con l’ausilio di personale specializzato della Sovraintendenza dei Beni culturali di Palermo per repertare e catalogare tutto il materiale rinvenuto stimato in 300.000 euro, il cui valore sul mercato nero diventerà almeno il doppio.

Il Reparto Specializzato dell’Arma dei Carabinieri proseguirà ora l’attività di indagine al fine di accertare esistenza di un traffico illecito di reperti archeologici e di identificare eventuali complici.