Un avviso di garanzia è giunto al presidente della Rap Giuseppe Norata dopo una ispezione a Bellolampo dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) che ora risulta indagato per disastro ambientale. Secondo la notizia, riportata dal Giornale di Sicilia, i militari hanno verificato la presenza di decine di tonnellate di rifiuti depositati nel piazzale della discarica palermitana, posto non preposto ne autorizzato.
Lo stesso Norata, confermando l’avviso di garanzia, spiega come non ci sia stata un’alternativa possibile, se non quella di lasciare marcire i rifiuti lungo le strade di Palermo: “Ho preferito ammassare l’immondizia sul piazzale di Bellolampo che sommergere la città di rifiuti. È questa la mia colpa”.
Il verbale redatto dopo le ispezioni dai carabinieri parla di “gestione impropria dei rifiuti di Bellolampo, con accumulo di immondizia sui piazzali che non presentano caratteristiche di piattaforme isolate“. L’azienda fa sapere che non ci sarà uno stop alla raccolta, ma la città andrà comunque incontro ad un periodo difficile.
L’annoso problema della saturazione delle vasche e la lentezza nel portare a termine l’iter per la realizzazione di una nuova vasca, è al centro di un continuo rimpallo di responsabilità tra Comune, l’azienda e la Regione.
Critici i sindacati che in una nota di qualche giorno fa sottolineava come la soluzione sia la realizzazione della settima vasca: “Era manzo del 2018 – dice Dionisio Giordano della Fit Cisl Sicilia – quando un’ordinanza della protezione civile conferiva al governato Musumeci poteri straordinari per la realizzazione di sei opere tra cui la fantomatica settima vasca. Sono passati due anni e mezzo e l’ordinanza è scaduta. La settima vasca non solo non è stata realizzata ma non è neanche stata messa a gara”.
A prendere posizione sulla vicenda anche l’assessore comunale all’Ambiente Sergio Marino: “Il Comune di Palermo è sempre stato al fianco di Rap nelle ultime settimane, anche rispetto alla vicenda che vede ora il presidente Norata coinvolto in una indagine penale. Siamo certi che il presidente, avendo operato in regime di emergenza determinato da fattori estranei alla sua responsabilità o a quella del Comune, quali i ritardi per la realizzazione della settima vasca e la mancanza di idonei impianti ove conferire rifiuti in Sicilia, dimostrerà di avere operato per il bene della collettività senza avere altre alternative”.
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