Incontro dei Revisori legali a Palermo: la Sicilia ha maggiori difficoltà nell’applicazione della nuova legge professionale
Baresi: «E’ finito il tempo della ricerca dell’amico per mettere due firme». Fare rientrare in Italia i 20 miliardi spesi per le agenzie di rating mondiali. Attiva dal 3 novembre una piattaforma per la formazione online degli iscritti all’Istituto
L’incontro formativo dei revisori legali palermitani, che si è svolto presso la Camera di commercio del capoluogo siciliano, alla presenza del presidente dell’Istituto nazionale dei Revisori Legali, INRL, Virgilio Baresi, è stato l’occasione per fare il punto sulla figura del revisore legale riforma europea della revisione introdotta dal 1 gennaio 2017. È stato fatto un excursus dei sofferti passaggi parlamentari con cui si è arrivati alla legge che adegua l’Italia al resto del paesi europei e delle nuove responsabilità patrimoniali, civili e penali del revisore legale ed anche delle criticità che vedono la Sicilia indietro, rispetto al Nord Italia, nell’applicazione della riforma. Le amministrazioni pubbliche, ancora, emanano bandi carenti che non specificano sempre la nomina di un revisore iscritto all’Istituto. Non sta meglio il mercato nazionale della revisione contabile, costretto a privarsi dei 20 miliardi di fatturato, che vanno invece alle agenzie mondiali di rating.
«La specializzazione del revisore legale con l’iscrizione al Registro tenuto dal Ministero dell’Economia e finanze, dopo 36 mesi di praticantato e successivo esame di abilitazione, era un passaggio necessario – spiega Baresi – perché il commercialista non poteva continuare ad essere Giano Bifronte che la mattina difende il cliente e al pomeriggio valuta la correttezza delle leggi e dei bilanci delle aziende private o delle amministrazioni pubbliche. Questa evoluzione è una garanzia per la difesa del contribuente e del cittadino, in ragione della terzietà del revisore legale. È finito il tempo della ricerca dell’amico per mettere semplicemente delle firme. Tra i rischi, infatti, ci sono fino a cinque anni di reclusione per la non veridicità di un bilancio delle aziende pubbliche. È pertanto indispensabile – conclude il presidente Baresi – professionalità e tempistica adeguata con relativi compensi rispettosi della temporalità di impegno».
Presenti all’incontro Giuseppe Guzzo, delegato regionale dell’Istituto nazionale dei revisori legali e organizzatore del convegno, Guido Barcellona, segretario generale della Camera di Commercio, Fausto Alberghina del Consiglio di Presidenza di Giustizia Tributaria, Angelo Cuva, tesoriere dell’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi, Uncat, Salvatore Forastieri, garante del contribuente. E Salvino Pillitteri, vice presidente nazionale vicario dell’associazione magistrati tributari. Docenti dell’incontro l’avvocato giuslavorista Giovanni Cinque e il professore Alessandro Pedroletti, consulente di organizzazione e controllo di gestione.
L’appuntamento di Palermo che segue quelli di Bari, di Roma alla Camera dei Deputati e di Vicenza a cui seguiranno seminari formativi sino al 25 novembre 2017 servono all’ottenimento dei 20 crediti obbligatori. A supporto è stata annunciata anche l’attivazione dal 3 novembre di una piattaforma online per la formazione. Chi non rispetterà gli obblighi previsti andrà incontro a sanzioni fino a 2.500 euro, con la possibile cancellazione definitiva dal Registro del ministero dell’Economia e finanze.