Inaugurazione Gipsoteca. Martedì 27 febbraio, alle 17.00, all’8° piano dell’Edificio 15 del Campus Universitario di Viale delle Scienze, sarà inaugurata la Gipsoteca del Dipartimento di Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo.
Apriranno l’incontro il Rettore, Fabrizio Micari e il Direttore del Dipartimento Culture e Società Maria Concetta Di Natale. Seguiranno le presentazioni di Oscar Belvedere, ordinario di Topografia antica, e di Simone Rambaldi, ricercatore di Archeologia classica.
La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo è un’importante raccolta di calchi in gesso di sculture antiche, voluta da Antonino Salinas (1841-1914) come sussidio pratico per l’insegnamento dell’archeologia.
Un certo numero di gessi può essere attribuito con sicurezza a due delle più rinomate officine di formatori attive a Roma in quel periodo, grazie alle targhette bronzee provviste dei nomi dei titolari, tuttora visibili su alcuni pezzi. Si tratta della bottega di Michele Gherardi, il cui nome si legge sulle quattro lastre del fregio del Partenone e sul busto dell’Apollo del Belvedere, e di quella di Leopoldo Malpieri, come attesta il marchio di fabbrica applicato sul calco della Giunone Ludovisi.
L’unico esempio di scultura della Sicilia antica presente nella raccolta, l’Efebo di Agrigento, è invece di produzione locale e può essere assegnato con buona probabilità al formatore palermitano Filippo Nicolini.
Nonostante l’esiguità di mezzi a sua disposizione, Salinas riuscì a raccogliere oltre sessanta gessi di sculture antiche, grazie agli sforzi da lui compiuti a più riprese e testimoniati dalle sue lettere. Se pur non raggiunse mai dimensioni molto vistose, in confronto con quelle di altre collezioni italiane, la sua fu la prima gipsoteca universitaria concepita a fini didattici nel nostro paese. Essa, inoltre, può vantare la presenza di due opere di grande pregio, due rarissime repliche della riproduzione miniaturizzata del fregio del Partenone e del fregio del tempio di Apollo Epicurio a Basse in Arcadia, che erano state realizzate a Londra dallo scultore scozzese John Henning nei primi decenni dell’Ottocento.
La composizione comprende altri calchi particolarmente significativi: il Moscoforo dell’Acropoli di Atene, la testa dell’Athena Lemnia, una grande lekythos ateniese, l’Efebo di Subiaco, la Venere di Milo, il Giove di Otricoli e il rilievo della Nike dell’Acropoli di Atene.
Dopo la morte di Salinas, e per sua volontà, la raccolta di gessi fu trasportata nella sede storica dell’Università, presso la Casa dei Padri Teatini di San Giuseppe. Diversi pezzi andarono purtroppo perduti, soprattutto a causa del terremoto del 1940 e dei bombardamenti subiti da Palermo nel 1943. La collezione, ora ridotta a quaranta gessi, rimase nei locali di via Maqueda sino a che, alla fine degli anni ’60, l’intera Facoltà di Lettere e Filosofia fu trasferita nel nuovo Campus Universitario, presso l’Edificio 12. Qui, per volontà del Prof. Nicola Bonacasa, Ordinario di Archeologia Classica e Direttore dell’Istituto di Archeologia (poi confluito nel Dipartimento Culture e Società), la maggior parte dei calchi fu esposta negli spazi occupati dall’Istituto.
Nel corso del 2015, con il trasferimento del Dipartimento Culture e Società presso l’Edificio 15, la Gipsoteca è stata completamente riordinata. Ciò ha permesso di recuperare anche i calchi messi a deposito, che da lungo tempo non erano più visibili. L’allestimento è stato curato da Simone Rambaldi, Ricercatore del Dipartimento Culture e Società, il quale ha ricostruito la storia della raccolta e pubblicato il Catalogo dei gessi. Numerosi pezzi, poi, sono stati oggetto di un necessario intervento di manutenzione, ad opera di un gruppo di restauratori e allievi del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Palermo.
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