KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – In Ucraina ormai è guerra totale. Nel secondo giorno di questo dramma epocale la Russia ha intensificato gli attacchi concentrici in varie aree del Paese e sta colpendo non solo le infrastrutture aeree e militari ma anche aree residenziali. Le situazioni peggiori e le battaglie più cruente sono concentrate per ora nelle due città principali e lungo il Mare d’Azov e il Mar Nero. A Kiev questa mattina sembrava che le forze del Cremlino potessero entrare rapidamente nel centro della città ed invece al momento si combatte ancora nei sobborghi. L’esercito ucraino prova a resistere ma lo fa quasi esclusivamente con le truppe di terra, perché l’aviazione in buona parte è già compromessa. Zelensky ha chiamato a raccolta volontari da tutta Europa e Nato e UE spingono per aumentare l’invio di armamenti ma la differenza fra gli effettivi di Mosca e quelli di Kiev rimane gigantesca. I prossimi due giorni saranno probabilmente decisivi per la conquista della più grande città del Paese ma il rischio concreto è che una volta entrati in città la battaglia possa proseguire di casa in casa e causare una carneficina.
A Kharkiv, invece, secondo centro del Paese con un milione e mezzo di abitanti, i bombardamenti si sono fatti intensissimi dal pomeriggio e stanno riguardando anche le zone residenziali della città. Naukova, una delle vie principali, è sotto attacco da ore e molti abitanti hanno trovato rifugio nei sotterranei della metropolitana. A sud, invece, Mariupol e Odessa rimangono i due centri nevralgici del conflitto, nel tentativo dei russi di costruirsi un corridoio che unisca Rostov, la Crimea e tutta la costa. Come possa evolversi la situazione non è facile da prevedere ma Putin non sembra intenzionato ad alleggerire l’offensiva. Ha lanciato un appello all’esercito ucraino affinché prenda il potere e destituisca Zelensky mentre quest’ultimo avrebbe chiesto al Cremlino di iniziare i negoziati. Mosca ha risposto affermativamente ma premettendo che gli attacchi andranno avanti, condizione probabilmente irricevibile per Kiev. L’altro fronte caldo è quello del Donbass, dove l’Ucraina sta contenendo l’avanzata nemica fiancheggiata dai reparti di Donetsk e Lugansk. Nella regione sudorientale, a due passi dai separatisti, siamo riusciti ad incontrare uno degli ultimi battaglioni ucraini prima del check point che divide l’area dai separatisti.
“Non arretreremo di un centimetro – ci hanno confermato con determinazione i soldati di Kiev – e se anche la Capitale dovesse cadere nelle mani dei russi noi qui continueremo a resistere fino all’ultimo. Combattiamo contro un dittatore, dall’altra parte c’è il nuovo Hitler e tutto il mondo deve sostenerci perché questo criminale è pericoloso per tutti”. Le forze in campo sono impari ma la tenacia ucraina proverà a rimanere in piedi.
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