L’illusione di restare in zona gialla è durata per poco, a sparigliare le carte è stata la decisione presa nel corso del Cdm di questa mattina che con un decreto legge sposa la strada della “massima prudenza” anche nelle regioni, come la Sicilia, dove i numeri sono da zona gialla.
Da lunedì 15 marzo al 2 aprile, e il 6 aprile, le Regioni che hanno dati da zona gialla saranno comunque considerate in zona arancione. Questo il contenuto della bozza del decreto legge con le nuove misure anti-Covid, sul tavolo del Consiglio dei Ministri. La regola non vale per la Sardegna che al momento è in zona bianca.
A Pasqua, nei giorni 3, 4 e 5 aprile, “sull’intero territorio nazionale, ad eccezione delle Regioni i cui territori si collocano in zona bianca, si applicano le misure stabilite dai provvedimenti di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020 per la zona rossa”. Negli stessi giorni sono consentiti gli spostamenti ma solo in ambito regionale.
Dal 15 marzo al 6 aprile si va in zona rossa in modo automatico se “l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, sulla base dei dati validati dell’ultimo monitoraggio disponibile”.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, che dovrebbe firmare le ordinanze nelle prossime ore ha infatti proposto di “abolire” di fatto la zona gialla e applicare almeno la zona arancione (per massima prudenza) a prescindere dai dati. E nel caso specifico: la Sicilia è l’unica che in teoria resterebbe in “zona gialla”, ma proprio per motivi di prudenza si vedrà applicare comunque le misure della zona arancione. La Sardegna, prima regione che ha sperimentato la “zona bianca”, sarà invece esentata proprio in quanto “bianca”.
Saranno “zona rossa” le seguenti regioni/province autonome: Bolzano e Trento, la Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto Toscana e Marche. In arancione: Abruzzo, Calabria, Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Umbria, Valle D’Aosta.
Una linea di rigore dettata anche dalle risultanze del nuovo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità a cominciare dall’indice Rt: nel periodo 17 febbraio – 2 marzo 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (e anche nel margine inferiore il dato resta sopra 1).
Secondo il monitoraggio a preoccupare è anche la situazione negli ospedali dove il tasso di occupazione delle terapie intensive è ormai sopra la soglia critica del 30% (ora è al 31%) ed è in aumento sia il numero il numero di persone ricoverate in terapia intensiva che il totale dei recoveri in area medica si è passati in una settimana da 19.570 a 22.393 (dato aggiornato al 9 marzo).
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