IMU, non devi affatto pagarlo sulla seconda casa: esiste il metodo legale per cui sei esente | Solo i commercialisti lo conoscono
Come non pagare l’IMU se hai due case, c’è un metodo per non pagarlo.
L’IMU, imposta municipale unica, è l’imposta dovuta per il possesso di fabbricati (escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9), aree fabbricabili e terreni agricoli.
L’IMU si applica in tutti i comuni del territorio nazionale. È fatta salva l’autonomia impositiva della regione Friuli-Venezia Giulia (nella quale si applica l’IMIS e, dal 1° gennaio 2023, l’ILIA – art. 1, commi 834 e 835, legge n. 197/2022) e delle province autonome di Trento e di Bolzano (nelle quali si applicano l’IMIS e l’IMI).
La legge considera abitazione principale l’unità immobiliare in cui “il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente” (art. 1, comma 741, lettera b). La Corte Costituzionale, con pronuncia n. 209 del 13 ottobre 2022, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma nella parte in cui richiede che, ai fini dell’esenzione, la dimora abituale e la residenza anagrafica sono riferiti ai componenti del nucleo familiare. Secondo la Corte la norma deve essere così intesa: “per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”.
Pertanto, nel caso in cui i coniugi abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l’abitazione principale possono essere applicate a entrambi, a meno che non sia accertato, attraverso adeguati controlli a cura dei Comuni, che i coniugi abbiano la stessa dimora abituale (e quindi principale), nel qual caso l’esenzione spetta una sola volta.
L’esenzione dal pagamento
Per legge, l’esenzione dal pagamento dell’Imu riguarda esclusivamente l’abitazione principale, ovvero l’immobile in cui il contribuente ha sia la residenza che la dimora abituale. Questi due requisiti devono coesistere contemporaneamente per ottenere il beneficio fiscale.
In passato, fino al 2013, l’Imu era applicabile anche sull’abitazione principale, ma oggi chi tenta di dichiarare una residenza fittizia per evitare l’Imu rischia di essere scoperto. I Comuni, infatti, possono verificare i consumi delle utenze: livelli bassi o assenti indicano l’assenza della dimora abituale, compromettendo così l’agevolazione.
Residenze distinte
Un caso particolare riguarda le coppie sposate, in cui ciascun coniuge è proprietario di un immobile. In teoria, i coniugi possono scegliere quale abitazione esentare dall’Imu, ma la legge e la giurisprudenza consentono una doppia esenzione se i coniugi risiedono in due abitazioni diverse per motivi di vita, come esigenze lavorative. Questo è stato ribadito dalla Cassazione (ord. n. 19684/2024), che ha chiarito come entrambi possano godere dei benefici fiscali, a condizione che ciascun immobile rispetti i requisiti di residenza e dimora abituale.
In queste situazioni, entrambi i coniugi possono beneficiare dell’esenzione, considerando che ogni abitazione è trattata come principale. Non si parla di seconde case, ma di residenze distinte. Questa possibilità riflette un diritto dei coniugi, basato sugli accordi familiari e sulle scelte di vita liberamente assunte dalla coppia.