Imprenditori che perdono le case

Entro la fine dell´anno un migliaio di case di imprenditori della provincia di Ragusa andranno vendute all’asta. Esecuzioni immobiliari. Angelo Giacchi, noto imprenditore agricolo vittoriese, titolare di box al mercato, ex assessore Mpa nella prima sindacatura del sindaco Giuseppe Nicosia, è vittima della spirale: perderà la casa e altri beni per un valore di circa 500 mila euro mercoledì prossimo.

Ma prima che ciò accada darà filo da torcere. Ha scritto al prefetto Annunziato Vardè per riferirgli che martedì mattina si trasferirà davanti al portone del palazzo che rappresenta il governo italiano in provincia e inizierà uno sciopero della fame a oltranza. «Perché la situazione delle aste giudiziarie- anticipa Giacchi al prefetto- è esplosiva. E lo Stato deve tutelare chi ha lavorato e si trova in difficoltà, non gli usurai, i truffaldini e gli approfittatori che aspettano di impossessarsi di un bene immobile per pochi soldi».

L’esecuzione della casa di Giacchi è fissata per mercoledì. «Il caso di Giovanni Guarascio- afferma Giacchi- non ha insegnato nulla. Vogliono che si ripeta? Sì? Siamo pronti a tutto». Eppure c’è una legge, quella di cui s’è interessato l’assessore Piero Gurrieri, che dovrebbe scongiurare questi pericoli. «La legge non è ancora chiara- ribatte Giacchi- ha molti punti oscuri. Migliaia di cittadini, costretti a vivere con il cuore in gola che da un momento all’altro vedono vanificare decenni di sacrifici e patrimoni immobiliari che vengono «svenduti e regalati» ad «avvoltoi» di turno o addirittura a capitali finanziari di non appurata provenienza».

Chi sono questi «avvoltoi» di turno accusati prima dalla figlia di Giovanni Guarascio e ora da Angelo Giacchi? Da indiscrezioni si sa che Guardia di finanza provinciale e Procura della Repubblica hanno fatto un ottimo lavoro investigativo in seguito alla morte di Guarascio. Indagini chiuse, che da un momento all’altro potrebbero scoperchiare il business che si nasconde dietro le vendite di beni immobiliari all’asta. Ma dagli uffici di via Traspontino è ancora tutto top secret, perché evidentemente manca qualche tassello alla composizione del mosaico.

Angelo Giacchi parla come uno che non ha più nulla da perdere. Un caso da «ultima spiaggia». E ce l’ha con le banche. «Ci sono già parecchie sentenze giudiziarie che hanno condannato alcuni istituti di credito accusandoli di anatocismo, ovvero la produzione di interessi da parte di interessi scaduti e non pagati.

Tutto ciò, a causa delle banche, molte delle quali segnate da recenti ed enormi «scandali multimilionari» che invece di interrompere le procedure, quando queste ultime azzerano i capitali pignorati e messi all’asta e tentare di trovare soluzioni di dilazioni del debito, continuano imperterrite nelle procedure, facendo «azzerare ingenti capitali» che non riusciranno a coprire più i debiti del mal capitato. Inoltre centinaia di aziende «messe all’asta» hanno provocato migliaia di licenziamenti e perdite del posto del lavoro, dato imputabile anche alla moria di imprese che invece di essere sostenute dalle banche, sono state da queste ultime poste in vendite all’asta deprezzandone il valore riducendolo al lumicino.

Si devono creare posti di lavoro che consentono alle famiglie di avere reddito, non bruciare quelli che a fatica si sono costruiti negli anni».

Conoscendo la pervicacia di Giacchi, che potrebbe essere emulata da Gaetano Malannino e da Roberto Ciaculli, fino a diventare un’epidemia a Vittoria, per il prefetto Annunziato Vardè quella che comincia sarà una settimana rovente, che terrà impegnati anche istituzioni e vertici delle forze dell’ordine. I silenzi e i ritardi del governo centrale aggravano la situazione.