I Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo ed i funzionari dell’Ufficio delle Dogane, nel corso di controlli doganali svolti nell’area “Extra – Schengen” in concomitanza allo sbarco dei mezzi e dei passeggeri della nave “Catania”, proveniente da Tunisi, hanno sequestrato 2 esemplari di “Testudo Graeca” introdotti nel territorio dello Stato in violazione della normativa a tutela delle specie animali e vegetali a rischio di estinzione.
Durante l’ispezione di un autoveicolo condotto da un cittadino italiano residente a Lampedusa, la Squadra “CITES” delle Fiamme Gialle e i funzionari doganali rinvenivano una scatola di cartone contenente due tartarughe appartenenti alla famiglia delle “Testudo Graeca”. La detenzione e il trasporto a qualsiasi titolo di tale specie, protetta dalla Convenzione di Washington del 1973, impone il possesso di specifica documentazione, nonché l’apposizione di un microchip identificativo su ciascun esemplare.
All’atto del controllo nessuno di questi requisiti appariva rispettato, conseguentemente la detenzione degli esemplari di Testudo risultava abusiva. È quindi scattato l’immediato sequestro preventivo, ai sensi dell’art. 321 c.3-bis c.p.p., degli esemplari, i quali venivano successivamente affidati alle cure della riserva naturale di Bosco Ficuzza, mentre il responsabile della fraudolenta detenzione veniva contestualmente segnalato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per la fattispecie contravvenzionale punita dall’art. 1 della Legge n. 150/1992.
L’attività di servizio si inquadra nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti posto in essere nel locale scalo portuale dalla Guardia di Finanza in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli, dal 2017 esteso alla tutela delle specie animali e vegetali in via di estinzione a salvaguardia della biodiversità, in attuazione della Convenzione C.I.T.E.S., risalente all’accordo stipulato a Washington nel 1973 per regolamentare il commercio internazionale di numerose specie la cui esistenza è messa a rischio dall’indiscriminato prelievo in natura per fini commerciali.
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