Immigrazione illegale Sicilia-Tunisia, arrestate altre quattro persone

I Finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, facendo seguito ai fermi di indiziato di delitto emessi dalla Dda di Palermo ed eseguiti il 6 giugno scorso nell’ambito della operazione “Scorpion Fish”, hanno eseguito altri quattro provvedimenti restrittivi nei confronti di 2 tunisini e di 2 italiani, appartenenti all’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

Nel corso dell’indagine coordinata dal Procuratore Capo Francesco Lo Voi e dai sostituti procuratori della D.D.A. di Palermo, Calogero Ferrara, Federica La Chioma e Claudia Ferrari, dopo l’esecuzione della prima ondata di arresti, per i quali il G.I.P. ha disposto la rinnovazione di tutte le misure cautelari già emesse, sono stati anche individuati e tratti in arresto il capo e organizzatore dell’associazione a delinquere smantellata poche settimane fa – Jabranne Ben Cheikh, classe 1980, residente a Firenze (già recluso per reati legati al traffico di stupefacenti), promotore dei lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese attuati dal sodalizio – ed un suo fidato connazionale, Tarek Ben Massoud, classe 1988, anch’egli attualmente recluso, per analoghi motivi, nella Casa Circondariale di Sollicciano.

Contestualmente,  è stato eseguito l’arresto di due incensurati italiani residenti a Menfi, Felice Montalbano, del 1958, e Pietro Bono, del 1953, accusati di avere fornito alloggio e supporto logistico all’associazione criminale, adoperandosi personalmente, specificano gli inquirenti, unitamente ad altri responsabili di nazionalità Tunisina, per il perfezionamento di più traversate illecite tra la Tunisia e l’Italia.

Tunisino ospitato a Menfi

Proprio a Menfi, nell’abitazione di uno dei soggetti arrestati in virtù dell’ultimo provvedimento,  aveva trovato rifugio un tunisino elemento di spicco del gruppo criminale, arrestato, alcune settimane orsono, dopo un drammatico inseguimento sui tetti di un complesso residenziale, nel cui contesto aveva luogo l’incidente che portava al grave ferimento di un “basco verde” del Gruppo Pronto Impiego di Palermo.

Con l’odierno provvedimento, il Gip ha disposto altrettante misure di custodia cautelare per tutti gli altri 13 responsabili individuati, già assicurati alla giustizia in virtù dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Procura della Repubblica di Palermo, eseguiti dal G.I.C.O. il 6 giugno scorso.