La Regione Siciliana intende costituirsi parte civile nei processi che riguardano la tratta di esseri umani e il caporalato. Lo ha annunciato stamattina l’assessore alle Politiche sociali Nuccia Albano in apertura della seconda conferenza regionale sul fenomeno migratorio promossa dall’assessorato e organizzata nell’aula magna del dipartimento di Architettura dell’università di Palermo. Nel corso dell’incontro è stato anche presentato il percorso che ha portato alla redazione della proposta del Piano triennale per l’accoglienza e l’inclusione 2024-2026. Il documento, predisposto dal dipartimento delle Politiche sociali, andrà poi all’esame della giunta regionale dopo il parere delle commissioni dell’Ars competenti.
«Nei prossimi giorni – ha annunciato l’assessore Albano – proporrò alla giunta di adottare una delibera affinché la Regione si costituisca automaticamente parte civile in tutti i processi che riguardano la tratta di esseri umani e il caporalato. Il governo Schifani continua a impegnarsi per tutelare quei migranti arrivati in Sicilia in cerca di lavoro e di un futuro migliore ma che vengono sfruttati. I dati finali illustrati oggi testimoniano come questo lavoro si concretizzi in diverse progettualità, coinvolgendo tutti gli attori del sistema, gli enti locali, il terzo settore e le parti sociali. Anche attraverso questa sinergia, sono stati raggiunti gli importanti obiettivi che ci eravamo prefissati».
Durante i lavori della conferenza sono state illustrate le azioni attivate sul territorio dall’assessorato. La Regione ha operato sul fenomeno migratorio in diversi ambiti d’intervento attraverso progettualità a valere sui finanziamenti Amif (Asylum, migration and integration fund), Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) e Pon Inclusione, con i quali sono stati sperimentati nuovi servizi e interventi in favore delle persone provenienti da Paesi stranieri in attuazione della legge regionale per l’accoglienza e l’inclusione.
Nel corso di quest’anno, la Regione ha inoltre avviato l’Osservatorio sul fenomeno migratorio, istituito con l’obiettivo di analizzarne l’andamento e valutare iniziative di inclusione. Per ottimizzare la propria azione, l’organismo si è strutturato in gruppi di lavoro individuando specifici ambiti di intervento. È stato reso operativo, inoltre, l’Elenco regionale dei mediatori culturali che rappresenta l’unico strumento pubblico di tale tipologia in Italia ed è stato utilizzato per individuare i soggetti a supporto delle attività.
La seconda conferenza è stata anche l’occasione per ascoltare le testimonianze dei beneficiari degli interventi nel campo delle politiche del lavoro, della lotta al caporalato, della tratta, dell’inclusione socio-economica e della formazione civico linguistica e per illustrare l’iter che ha portato alla proposta del Piano triennale. Il progetto, per la prima volta, è stato redatto partendo dai bisogni del territorio, istituendo tavoli di lavoro che hanno fatto emergere specifiche esigenze. Questo primo documento è stato poi sottoposto alla consultazione popolare attraverso un questionario online. Il lavoro è stato nuovamente rivisto e, adesso, proseguirà l’iter per la definitiva approvazione.
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